San Michele, Democratici sull’Aventino

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Egregi Consiglieri, a nome del gruppo del Partito Democratico e di Progetto San Michele comunico che non  parteciperemo più ai consigli comunali fino a quando non si creeranno le condizioni minime per garantire alle opposizioni di svolgere il proprio ruolo.

Ciò scaturisce, in primo luogo, da un regolamento comunale antiquato e per niente confacente alle esigenze di controllo e alle istanze dei gruppi di opposizione, reso ancora più  antidemocratico dall’atteggiamento spesso arrogante e irrispettoso dall’attuale sindaco.

Vorremmo, solo a titolo di esempio, ricordare le innumerevoli proposte formulate dal nostro gruppo e congiuntamente dai gruppi di opposizione, alle quale non sono mai state date risposte e in qualche occasione, con palese violazione dei diritti dei consiglieri, non sono state poste a votazione. Tanto che il nostro ex capogruppo si e visto costretto a presentare formale denuncia alla magistratura.

Atteggiamento arrogante del sindaco che è arrivato persino a zittire costantemente soprattutto i consiglieri del nostro gruppo, fino alle minacce e al limite del ricatto, ricorderete tutti la frase “smettetela con le denunce  altrimenti caccio io le carte”.

Voglio qui ricordare che è circa un anno che, su richiesta delle opposizioni, e stata costituita una commissione per riscrivere il regolamento comunale e che, normalmente, non si è mai riunita, forse perché il sindaco e troppo impegnato a dirimere le diatribe e le acciuffate della sua, diciamo, spiritosa maggioranza e dei consiglieri che la compongono.

In secondo luogo, lorario di convocazione dei consigli che sembra sia scelto ad arte per creare problemi ai consiglieri e soprattutto per assicurarsi una scarsissima partecipazione dei cittadini di San Michele. Vorremo ricordare al signor sindaco che questo è stato il motivo dell’assenza del nostro capogruppo che si è visto costretto a rassegnare le dimissioni da consigliere, per non essere accusato di scarsa presenza.

Cosa che il sindaco ha fatto, con molto garbo, nell’ultimo consiglio comunale omettendo, però, il fatto che erano assenti lui e la sua maggioranza, e che questa assenza si e verificata per ben tre volte, senza avvertire, da parte del nostro sindaco, l’esigenza, oserei dire l’educazione, di avvisare i consiglieri di opposizione della sua ingiustificata assenza.

Vorremmo ricorda, inoltre, che su proposta anche del consigliere Antonio de Mattia, allora capogruppo di uno degli innumerevoli e mutabili gruppi dell’esigua maggioranza, fu preso impegno che non si sarebbero più svolti consigli di mattina.

Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso si è verificato nell’ultimo consiglio comunale, quando il sindaco chiamato a dar conto dell’ultima e drammatica crisi della sua maggioranza, sfociata nelle ulteriori finte dimissioni comicamente ritirate all’ultimo giorno utile, ha inveito, con grande ipocrisia e provocazione, contro l’assenza, ampiamente giustificata del consigliere Fieramosca, nel frattempo dimessosi proprio per non dare adito a provocazioni.

Fino alla farsa del documento programmatico, che aveva fatto rientrare la crisi amministrativa, provocata in modo drammatico dai consiglieri Mastroberardino e Giliberti.

Documento che il Sindaco teneva ben nascosto, e letto solo dopo formale richiesta del consigliere Giliberti, come ben nascosto teneva il documento che aveva provocato la crisi e che avrebbe dovuto consegnare a tutti i consiglieri, anche lì il documento usci fuori dopo che il consigliere Oliva l’aveva beccato con le mani nella marmellata.

Documento che anche se letto e discusso in consiglio comunale è scomparso dagli atti del consiglio, e su richiesta scritta del consigliere Rapolla di averne copia in visione è diventato un’Araba Fenice.

C’è non c’è, non si sa chi lo tiene, forse il sindaco non riesce a trovarlo, deve vedere tra le carte.

Un documento che doveva rappresentare un momento importante per la ricomposizione della maggioranza, e che quindi andava portato a conoscenza e spiegato ai cittadini è diventato una barzelletta.

Probabilmente perché, non solo rappresentava un atto di accusa molto forte sulla gestione del sindaco, ma perché era evidente, a chi sa fare un minimo di conti, che gli impegni assunti, in modo solenne e con date precise, erano già fuori tempo.

Tutte queste situazioni, compreso “la confusione” sui verbali della seduta precedente che oggi è scomparso dall’ordine del giorno, ci inducono ad un atto estremo nel tentativo di ridare legalità e agibilità democratica a questo consesso, ed annunciare la nostra indisponibilità da oggi a partecipare ai consigli comunali fino a quando, a partire dalla revisione del regolamento, non sarà data alle opposizioni la possibilità di svolgere con dignità il proprio ruolo. E la nostra dignità, caro sindaco, non si acquista con false promesse, o con date fasulle come è successo con il patrimonio comunale, sul quale nell’ultima sessione di bilancio di previsione si era assunto l’impegno di farcelo avere entro tre mesi e ancora oggi non è allegato al bilancio. Errare è umano, dicevano i latini, ma lei caro sindaco esagera.