Save the Children, la campagna per la tutela dei migranti minorenni

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Minori migranti: Save the Children, a un anno dalla “Legge Zampa” (L. 47 del 7 aprile
2017), in tutta Italia 4.000 cittadini pronti a diventare tutori volontari di
un minore non accompagnato.

L’adeguamento alla nuova normativa procede
tuttavia ancora a macchia di leopardo sul territorio nazionale. Tra le maggiori
criticità riscontrate, la mancata iscrizione dei minori al Servizio Sanitario
Nazionale prima del rilascio del permesso di soggiorno, le procedure legate all’identificazione
e al rilascio e conversione dei permessi di soggiorno.

Oggi a Roma, Milano, Torino e Catania i centri
CivicoZero di Save the Children aperti ai futuri tutori per favorire l’incontro
con i ragazzi stranieri.

A un anno esatto dalla promulgazione della legge per la protezione
dei minori stranieri non accompagnati, quasi
4.000 cittadini, in tutta Italia (1), hanno dato la loro disponibilità a
diventare tutori volontari. Da una prima rilevazione realizzata da Save the
Children – l’Organizzazione internazionale che dal 1919 lotta per salvare la
vita dei bambini e garantire loro un futuro – in collaborazione con alcuni
Garanti regionali su 2.000 tutori volontari, emerge che si tratta soprattutto di donne (3 su 5), con un’età media
compresa tra i 40 e i 50 anni e per
la maggior parte con un percorso
universitario alle spalle, in particolare nelle facoltà di giurisprudenza,
socio-educative e sanitarie (2).

La figura del “tutore volontario” è stata fortemente sostenuta da
Save the Children per dare ai minori stranieri che giungono in Italia senza
genitori, un punto di riferimento che li orienti nelle scelte e li accompagni
nel percorso di integrazione. Prima della legge, la tutela veniva
prevalentemente affidata ad una istituzione, come il Sindaco, che evidentemente
non poteva assicurare ad ogni minore un contatto diretto costante e
personalizzato. Il tutore volontario è un cittadino che, dopo una apposita
formazione, in modo del tutto gratuito, affianca e guida un minore non
accompagnato sotto l’egida del tribunale per i minorenni.

Attualmente sono più di
14.300, di almeno 40 nazionalità diverse (3), i minori stranieri non
accompagnati censiti nel sistema di accoglienza italiano. Sono bambini e
ragazzi giunti nel nostro Paese soli, senza alcuna figura adulta di riferimento
al loro fianco e dunque facilmente esposti a rischi di sfruttamento e violenza.

“L’entusiasmo e la partecipazione di così tanti cittadini, che si
sono proposti volontariamente per fare da guida ad un minore straniero, dare
preziosi consigli nelle scelte di vita quotidiana, supportarlo nelle
vicissitudini burocratiche e stare al suo fianco nel percorso di integrazione
nel nostro Paese, è uno degli aspetti più positivi e che meglio ha funzionato,
insieme alla promozione dell’affido familiare, da quando è stata adottata la
legge 47 del 7 aprile 2017. Una legge innovativa, di iniziativa parlamentare,
approvata a larghissima maggioranza e fortemente voluta da Save the Children, da
tutte le principali organizzazioni di tutela dei diritti e dagli operatori del
settore. La legge riconosce che i minori stranieri non accompagnati, prima
ancora che migranti o rifugiati, sono minori soli che vanno protetti e
accompagnati nella loro crescita, al pari di ogni altro bambino e adolescente”,
ha dichiarato Raffaela Milano,
Direttrice dei Programmi Italia di Save the Children.

Vi sono tuttavia molti aspetti della nuova legge che devono ancora
essere pienamente attuati. Nonostante i notevoli passi avanti compiuti,
infatti, l’allineamento delle prassi alla
nuova normativa procede a macchia di leopardo sul territorio nazionale,
dove si continua ad assistere a prassi disomogenee e a lungaggini burocratiche
che impediscono ancora a tanti bambini e ragazzi il pieno godimento dei loro
diritti.

Tra gli aspetti di maggiore criticità, figurano soprattutto le
prassi disomogenee per l’iscrizione al
Servizio Sanitario Nazionale, molto spesso negato ai minori prima del
rilascio del permesso di soggiorno, al contrario di quanto previsto dalla legge,
con gravissime conseguenze sul piano dell’assistenza sanitaria, soprattutto per
chi soffre di malattie croniche o necessita di interventi operatori. Il mancato
rilascio sembra dovuto in numerosi casi a una superabile difficoltà burocratica
legata alla necessità di inserire il codice fiscale nella schermata di
richiesta di iscrizione, codice fiscale che ovviamente i minorenni appena
arrivati in Italia ancora non hanno.

Diversi problemi sono stati rilevati anche rispetto al rilascio
del permesso di soggiorno per minore età,
sui cui la legge è intervenuta con il chiaro intento di semplificare le
procedure e ridurre i tempi. In città
come Palermo, Milano, Trapani, Roma, per esempio, questa semplificazione delle
procedure non risulta ancora attuata.

Allo stesso modo, in merito alla conversione del permesso di soggiorno al compimento dei 18 anni
continuano ad esistere prassi che non rispettano quanto previsto dalla legge
Zampa, la quale prevede di agevolare questo passaggio in particolare quando il
percorso del minore rischia di essere bruscamente interrotto solo a causa di
lungaggini burocratiche, che in molti casi dipendono dal parere ministeriale
necessario ai fini della conversione.

“Ề pertanto urgente e necessario che su
tutto il territorio nazionale siano messe in pratica le disposizioni previste
dalla legge, dalle procedure per l’identificazione e l’accertamento dell’età,
dalle cure sanitarie all’accesso all’istruzione, per favorire l’effettiva
protezione e l’inclusione sociale dei minori”, ha concluso Milano.

Nell’ottica di favorire l’incontro tra i tutori e i minori, oggi,
in occasione del primo anniversario della legge Zampa, Save the Children apre le porte dei suoi quattro centri CivicoZero a
Milano, Catania, Roma – in
collaborazione con la Cooperativa CivicoZero – e Torino – in collaborazione con il Comune di Torino: spazi che i
ragazzi frequentano abitualmente e dove ricevono supporto attraverso l’offerta
di servizi base, e svolgono numerose attività formative, tra cui corsi di
lingua, laboratori ludico-creativi, preparazione all’inserimento lavorativo. Nei
quattro CivicoZero, i futuri tutori potranno quindi conoscere direttamente i
minori che frequentano gli spazi e ascoltare il loro punto di vista, anche
grazie alla realizzazione di attività e laboratori specifici, sulle loro
principali necessità e sugli ostacoli che sperano di poter superare grazie al
sostegno del tutore volontario.

Save the Children ha inoltre realizzato, in questa occasione, una
“guida” per i tutori volontari e dispone d una Helpline Minori Migranti (dal lunedì al
venerdì dalle 10 alle 17 numero verde 800 141016 o Lycamobile 351 2202016) alla quale
i minori stranieri e tutti i cittadini interessati possono rivolgersi per
ottenere informazioni e approfondimenti.