Scenari sempre più inquietanti

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Come se non bastasse ci si mette alche il Covid a complicare una situazione, già complessa e complicata di per sé, quale è l’elezione a fine mese del prossimo Presidente della Repubblica. Si prevede il picco dei contagi proprio per fine mese che potrebbe tenere lontani dalle urne settanta/ottanta grandi elettori distorcendone, così, l’esito perché il voto non può essere espresso a distanza né rinviato. Inoltre le ultime misure di Draghi, criticatissime dai virologi e e un po’ da tutti (vedi Governatore De Luca ed anche altri che non vogliono riaprire le scuole!) ne hanno appannato la figura di quasi sicuro vincitore nella corsa al Quirinale. I partiti ed i loro leader, in preda a contraddizioni e contestazioni interne, non hanno le idee chiare e si muovono sulla scena politica come i “Sei personaggi in cerca di autore” creando malumori, incertezze e confusione. Sembrerebbe ripetersi il grido: “manicomio” col quale gli spettatori accolsero il dramma pirandelliano alla sua prima rappresentazione. Ci vuole un Presidente politico espressione di una parte del Parlamento eletto a maggioranza dopo i quattro primi scrutini o di uno al di sopra delle parti al primo scrutinio? Draghi, che l’Europa e il mondo di invidiano per la sua competenza ed onestà, sarebbe una ottima soluzione. Però il governo perderebbe autorevolezza e la maggioranza che lo sostiene, ampia ed eterogenea, rischierebbe di cadere La Lega si potrebbe sfilare e lo stesso Giorgetti ha sottolineato che senza Draghi lui uscirebbe dal Governo. Quella del Quirinale è una partita doppia. Si gioca anche con il suo successore al governo nel caso fosse Draghi a prendere il posto di Mattarella. Rompendosi l’equilibrio Draghi Mattarella tutto viene messo in discussione, i partiti riprenderebbero la loro libertà di azione e tra veti, contro veti, proposte e dinieghi non si sa dove si può andare a finire. Innanzitutto il prossimo premier deve essere un politico o ancora un tecnico? E con quale maggioranza? Si può scendere a patti con il Non ancora eletto presidente e con quali garanzie? Se si optasse per un tecnico le soluzioni non mancherebbero già nello stesso governo. Ma resterebbe integra l’attuale maggioranza? Si è sicuri che la Lega non si sfilerebbe per non lasciare sola all’opposizione la Meloni a trarne da sola i frutti? Una cosa appare certa: ad eccezione della Meloni, nessuno vuole andare a votare pima della fine della legislatura. Nel caso si dovesse preferire un premier espresso dai partiti, su chi dovrebbe cadere la scelta? Sul M5S che è ancora il partito di maggioranza relativa, e in tal caso su Di Maio o su Conte? Voi lo immaginate un Di Maio successore di Draghi? E pensate che Conte starebbe bene al PD e soprattutto a Renzi? Non c’è che dire è un vero rompicapo e, con questo Parlamento, potrebbe succedere di tutto. Anche, forse anche per questo, qualcuno insiste ancora sul bis a Mattarella. In tempi di emergenza e di guerre i romani sceglievano un dittatore. Noi l’abbiamo anche se i partiti non lo lasciano lavorare e lui si è stancato ed è giusto che pensi al suo futuro. In pole position ci sono tanti nomi che si può giocare al Toto Presidente. Nel centro destra oltre a Berlusconi, che continua la sua campagna acquisti, si fanno i nomi della Moratti, di Pera ed ora di Frattini. Nel Centro sinistra di Franceschini, di Amato di Guerini. Franco Arminio ha scritto sul Fatto Quotidiano di sabato rivolgendosi ai grandi elettori: “Dateci almeno un presidente della Repubblica dal cuore luminoso, provate ad eleggere uno che non sia del palazzo, uno che ha studiato con passione, uno che conosce quello che voi non conoscete, il dolore e la gioia delle persone”. E perché no una donna? Ce ne sono di degnissime.

di Nino Lanzetta