Se in Irpinia tutto sa di vecchio

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Nulla di nuovo nella politica irpina, tutto sa di vecchio anzi di vecchiume. Una pantomima si sta consumando al Comune di Avellino, dove c’è un sindaco che si agita senza essere riuscito a mettere su uno straccio di maggioranza, ignaro che il consenso si ottiene con la convinzione e non la costrizione, con la persuasione e non con l’ imposizione. Come andrà a finire sembra scontato. Per lo scioglimento  è solo una questione di calendario che per alcuni consiglieri ha tempi ravvicinati, per altri tempi più lunghi  dettati da scadenze elettorali, come il prossimo rinnovo del  Presidente e del Consiglio alla Provincia. Se a Palazzo di città  si sta svolgendo una pantomima a via Tagliamento sede del PD da tempo è in scena una tragicommedia che alterna alla drammaticità dei fatti anche una commedia  degli equivoci. Un partito profondamente diviso con un segretario dimezzato perché non riconosciuto da un’altra parte che addirittura ne ha chiesto la rimozione al tribunale, luogo non proprio idoneo per ristabilire diritti politici e per  azzerare  una  rappresentanza, figlia di un  congresso svolto in modo frettoloso e con platea degli iscritti gonfiata nel numero. Questo conflitto malgrado sia stato a più riprese segnalato ai dirigenti nazionali del PD, quest’ultimi hanno fatto orecchio da mercante. Un atteggiamento pilatesco dovuto più ad interessi congressuali  che non a ignavia o disinteresse Ma i  maliziosi aggiungono una postilla di carattere più politico .L’attuale  segretario del PD irpino è nelle grazie del Presidente De Luca, il vero Dominus del PD regionale e questo spiegherebbe la non ingerenza della dirigenza nazionale nei fatti e misfatti Irpini. La cartina di tornasole è proprio il recente incontro a Roma programmato in occasione della manifestazione del PD nazionale di domenica scorsa quando l’intero partito era atteso dal responsabile degli enti locali Matteo Ricci per discutere un eventuale accordo sulla candidatura unitaria alle prossime elezioni alla provincia. Alla riunione non c’erano i rappresentanti vicini all’attuale segreteria, rimarcando  così una distanza e una rottura che ancora persiste e che non porterà nulla di buono. Quest’ultimi pensano di avere i numeri grazie anche all’apporto del Governatore e all’accordo con la componente di De Mita, ignari che fuori dal PD c’è un mondo civico e di consiglieri non schierati  che non accettano queste logiche. La batosta al Comune di Avellino non ha  insegnato nulla. Errare è umano ma perseverare è diabolico  soprattutto quando sono sotto gli occhi di tutti le difficoltà di un partito che in Irpinia ha perso la bussola e che non sa assolutamente ritrovare la strada dell’ unità, perseguendo  logiche di divisione e di scontro che appassionano le tifoserie  ma non uomini liberi  che, pur credendo nel centrosinistra, non si iscrivono a nessuna consorteria, ritenendo che l’indicazione del candidato alla Presidenza della Provincia debba essere esclusivo appannaggio degli amministratori  e non delle correnti interne al PD.  La scelta deve cadere su un nome che vada oltre il Partito democratico, recuperando un consenso ampio non frutto di accordi sottobanco o di scambi di poltrone, tra Presidenza della Provincia e  Progetto pilota  dell’Alta irpinia, dove dopo le elezioni amministrative si dovrà sostituire  Ciriaco De  Mita che ha annunciato che non si ricandiderà più a sindaco, ma che vuole continuare a mantenere per un suo uomo la poltrona di Presidente del progetto pilota. Queste logiche appartengono al passato e hanno già creato non pochi disastri a cominciare dalla sconfitta alle elezioni politiche dove furono imposti candidati che non erano graditi al territorio e come si è fatto per il Comune di Avellino con la scelta di un candidato sindaco che era stato presentato come super partes ma che invece apparteneva all’area di De Mita come si è rivelato dopo le elezioni, quando Pizza con la scusa di essere stato più volte bistrattato dal PD ha gettato via la maschera, diventando il capogruppo dei popolari. Non vorremmo che la stessa cosa si replicasse alla Provincia.

di Giandonato Giordano edito dal Quotidiano del Sud