Sentinelle della cultura, necessario un impegno comune

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” Turpe est vivere in patria et patriam ignorare”: muove da questa citazione di Plinio il Vecchio il saluto istituzionale rivolto da Franco Addeo ai relatori della mattinata di studi svoltasi il 25 luglio a Palazzo Caracciolo.
” Siete sentinelle della cultura del nostro territorio – riconosce Addeo- che hanno il sostegno morale della Provincia di Avellino.” A spiegare le ragioni del Convegno ” Cultura e territorio” e’ il Prof .Carlo Santoli, organizzatore dell’evento con il supporto della Prof .ssa Rosa Giulio, del Dipartimento di Scienze umanistiche dell’Università di Salerno, della quale riferisce i saluti e del notaio Edgardo Pesiri, presidente dell’ Associazione ” Carlo Gesualdo”.” Sono qui – esordisce Santoli – perché ho un debito morale, nel ricordo del mio papa’ latinista Arnaldo, nel rispetto verso una terra che non ho voluto abbandonare, nonostante contatti ben avviati con universita’ parigine”. Il convegno nasce dall’ esigenza di coprire un vuoto culturale, che stride con il pienone del concerto di Rosa Chemical di poche ore prima.” Stamani – esordisce con rammarico Pesiri- avrei voluto trovare anche qui dei giovani.Stiamo assistendo ad un depauperamento della cultura giovanile, sedotta da modelli alquanto discutibili.Si impara sempre meno anche alla scuola della politica, che si riduce a triste corsa alla poltrona, dimenticando insegnamenti come quelli del Mazzini che invitava a mettere la propria vita al servizio degli altri”.La mattinata di studio, moderata in presenza, con consueta padronanza da Stefania Marotti, viene arrichita dai contributi in collegamento on line delle Dott.sse Oriana Bellissimo ed Eleonora Rimilo che spiegano come attraverso il Laboratorio di Scrittura e arti visive dell’Università di Salerno sia possibile aprirsi a linguaggi sempre nuovi per la trasmissione del sapere, per arricchire di significati l’ imperante avvento dei social.” Dobbiamo insistere nel nostro ruolo di educatori – esorta Mirella Napodano – e come responsabile di ” Amica Sofia” mi avvalgo della collaborazione con i Lions per trasferire capillarmente l’ educazione alla pace, la cui tutela e’ urgente questione di sopravvivenza, che non consente più rinvii, purché lo ” shalom” della tradizione che riprendo anche nella comunita ‘ ” Laudato si” tenda davvero a garantire pienezza di vita a tutti”. Nel corso della discussione appare sempre più chiaro come sia necessario davvero un impegno corale di tutti gli attori sociali.Interviene, cosi’ Fiore Carullo che ammonisce: “Non possiamo lasciare Papa Francesco sempre più solo nel cercare soluzioni di pace per i conflitti del mondo .La Chiesa deve tornare ad essere centrale riferimento nella formazione dei giovani, a partire dall’ Azione Cattolica dei ragazzi, i cui numeri si sono notevolmente ridotti.” Ed ai giovani guarda con costanza il Prof.Pellegrino Caruso, dottore di ricerca in filologia classica e da anni appassionato docente di latino e greco al Convitto nazionale ” Pietro Colletta”.” Cerco di rendere i miei alunni giornalisti e letterati a scuola- spiega Caruso- ricordando sempre loro che lo stesso Francesco De Sanctis ribadiva che la sua vita avesse due ” pagine” di eguale dignità, una politica ed una letteraria. Al di la’ di indottrinamenti politici, deve essere comune l’ idea di impegno nella valorizzazione del territorio.” A poche ore dalla scomparsa di Auge’ , l’ antropologo teorizzatore dei rischi della surmodernita’ dei ” non luoghi” , il Prof.Caruso invita a recuperare l’ idea del ” milieu” come contesto, la cui conoscenza richiede non solo la presa di coscienza della stratificazione di processi nel tempo, affidati alla memoria, ma anche la predisposizione di un progetto.” Occorre risemantizzare la sostenibilità del patrimonio culturale secondo approcci multipli – chiosa Caruso – avvalendosi di una ” cassetta degli attrezzi” che comprenda i vari saperi da utilizzare, per dirla con Taylor , come beni convergenti, mirando alla cofruizione del progresso. ” Caruso riprende cosi’ due valenti maestri dell’età contemporanea come Aldo Masullo e David Sassoli che, nei diversi campi di azione culturale e politica, hanno ribadito quanto contino nella vita i ” punti di vista” di tutti, diversi ma che meritano comune rispetto.
” Dobbiamo prendere coscienza del disorientamento dei tempi moderni segnati da guerra e pandemia – conclude Caruso – ma dobbiamo anche guardare al futuro, con prospettive di speranze.Ad Oslo intellettuali come la Atwood si sono impegnati per redigere testi che saranno letti solo nel 2114.Il primo titolo ” Scribbler Moon” conferma la potenza immaginifica legata all’archetipo letterario della luna.” Ai giovani va anche il pensiero dell’ Avvocato Massimo Passaro, da anni impegnato nella valorizzazione di Avellino, con le proposte del gruppo civico dei ” Cittadini in movimento”.
” Per confrontarci con modelli positivi di gestione del territorio non abbiamo bisogno di guardare molto lontano.Basta pensare ai ragazzi che affollano il “Giffoni film festival” o alle ” Luci di artista” di Salerno, iniziative che hanno inserito nostre citta’del Sud in circuiti importanti.Contano soprattutto le idee che non nascono tanto nei circoli ormai viziosi della politica quanto tra la gente, dando spazio a chi ha qualcosa da dire, da fare e da dare per la propria comunità di appartenenza.” Il pensiero critico di Passaro va poi agli assenti alla mattinata di confronto.” Chi oggi manca ha perso un’ importante occasione perché non sarà mai credibile nel lamentarsi su cio’ che non va”.Le idee nel corso della mattinata non mancano, come quella proposta da Ettore Barra di un censimento delle iniziative ed associazioni culturali del territorio, come l’ Archeoclub per cui interviene in rappresentanza della Prof.ssa Doria, mentre si nota, con rammarico, uno scarso impegno economico delle istituzioni che spesso non vanno oltre patrocini un po’ languidi, come lamenta anche Annamaria Picillo, referente della pur riuscita manifestazione ” Avellino letteraria”.
” Ho preso contatti con intellettuali come Arminio- lamenta poi in collegamento on line la Prof.ssa Milena Montanile – ma, nonostante l’ accurato progetto di ricerca elaborato, non ho notizia ancora di fondi che possano concretizzare l’ incontro.” Le ” sentinelle della cultura” in citta’ però non mollano, come si evince dagli interventi finali della Marotti e di Santoli che propongono e annunciano una serie di iniziative da realizzare con nuovi protocolli di intesa con le istituzioni interessate e che si avra’ cura di stilare perché gli uomini di cultura hanno il dovere della speranza, memori dell’insegnamento desanctisiano che ogni epoca ha i suoi tramonti, purche’ sorga poi un nuovo orizzonte di senso.