Si riparta dalla rinascita dei borghi

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L’abbandono dei giovani e la desertificazione sociale delle nostre piccole comunità si collocano ai primi posti dell’agenda del dibattito culturale, sociale e politico del 2020.

La complessa problematica, da tempo evidenziata, non ha trovato un’adeguata risposta nei livelli istituzionali competenti. Una risposta degna di attenzione ci viene dall’esperienza della Rete dei Piccoli Comuni del Welcome maturata nel beneventano con il coinvolgimento dei comuni di Chianche, Petruro Irpino e Roccabascerana. In particolare, il Sindaco di quest’ultima comunità, Roberto del Grosso, ha attivato da quattordici anni il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, accogliendo trenta persone.

All’interno della pubblica opinione di queste tre comunità non ha trovato seguito la martellante campagna elettorale di Salvini improntata al grido dell’emergenza, dell’invasione, della sostituzione etnica.

Nel 2017 si ebbe la nascita del “Manifesto per una Rete dei Piccoli Comuni del Welcome”, con il coinvolgimento delle comunità con meno di 5000 abitanti.

I dati dell’ANCI (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani) parlano del 70% dei Comuni Italiani che “erano” una realtà comunitaria attiva, capace di un nuovo welfare, aperta all’integrazione per rivitalizzare il tessuto sociale.

Il progetto “Welcome” non solo prevede l’accoglienza delle persone con evidenti vulnerabilità (disabili, anziani, detenuti), ma ha attivato un’accoglienza che sostiene lo sviluppo locale nel rispetto dell’urlo della Terra secondo il monito della “Laudato si’ di Papa Francesco. In sostanza si tratta non di una dovuta “prestazione”, ma di un’autentica “relazione”.

Questa prospettiva e le microrealizzazioni progettuali attuate, dimostrano con sorprendenti implicanze che il connettivo comunitario di tali esperienze è ben più saldo di quello sfilacciato delle nostre stanche comunità, senza ricambi intergenerazionali e senza vitalità civile e sociale.

Oltre queste esperienze è stato realizzato anche il Consorzio “Sale della Terra”, formato da quattro cooperative sociali, con il coordinamento della Caritas Diocesana di Benevento. La sinergia tra i budget di salute, gli Sprar e i percorsi penali alternativi al carcere, consente di annoverare 16 consorziati e 245 persone assunte con l’attivazione di quattro fattorie sociali, un albergo ed un bar.

Con l’inizio del nuovo anno 2020, riaffiora alternativamente la consapevolezza che la rinascita dei borghi delle nostre zone interne apre la via per un nuovo umanesimo.

Essere “Sale della Terra”, al pari di essere “Welcome”, siano due piste della terra che non si chiude al mare – per non rimanere arida – e la negata accoglienza non determini la rinuncia ad una nuova vita.

Auguri Gerardo Salvatore