Sigismondo e Isotta, un amore capace di andare al di là della ragion di stato

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E’ il coraggio di una donna che resterà sempre fedele al suo amore ad emergere dal romanzo di Maria Cristina Maselli “Sigismondo e Isotta”, presentato ieri al Circolo della stampa,  nel corso di un incontro promosso dall’Accademia dei Dogliosi. A confrontarsi con l’autrice i professori Fiorentino Vecchiarelli e Ilenia D’Oria, presidente Archeoclub. A leggere alcuni brani la professoressa Ilde Rampino. A moderare l’incontro Gianluca Amatucci.

Maselli ha raccontato come la passione per la storia di questi due innamorati “così diversa da quella di Paolo e Francesca che segue un copione piuttosto comune” sia nata dalla proposta dell’allora sindaco di Rimini di scrivere un opuscolo su Costanza Malatesta “Ho cominciato a studiare i Malatesta e ho scoperto la figura di Sigismondo, signore di Rimini, figura dalle tante sfaccettature, guerriero, mecenate ed economista. La sua curiosità culturale e artistica lo porterà a commissionare opere ad artisti come Brunelleschi, Piero della Francesca e Leon Battista Alberti a cui chiederà di realizzare la facciata del tempio malatestiano. Una storia che si incrocia presto con quella di Isotta. Quando si conoscono lei ha poco più di tredici anni. Si ritroveranno anni dopo e nascerà tra loro un sentimento forte. Nel 1447 comincia la relazione, il 1448 Isotta è già incinta di un figlio, Giovanni, che morità dopo pochi mesi. Mi sono appassionata al loro amore, ho visitato tutti i luoghi legati a Sigismondo, a partire dal tempio malatestiano. Ho scoperto un amore bellissimo capace di andare al di là della ragion di stato. Poichè quando nasce l’amore con Isotta, Sigismondo ha sposato per interesse Polissena Sforza, e Isotta è stata cresciuta per essere moglie e non amante. Del resto, non avrebbe mai potuto sposare il signore di Rimini, non potendo portare nulla in dote. Malgrado ciò, lei non smetterà di chiedergli continue conferme del suo amore, sarà così che Sigismondo chiamerà rimatori e artisti della corte per cantare suo amore, facendo fiorire una celebrazione collettiva nota, la letteratura isottea e realizzerà per lei un sepolcro. Una vita, quella del signore di Rimini, ostacolata da intrighi, avidità, inganni, legami di sangue e di morte, a cui si aggiungerà l’odio dei suoi due più acerrimi e potenti nemici: Federico da Montefeltro e papa Pio II. Solo dopo la morte di Polissena, Sigismondo e Isotta potranno diventare marito e moglie e proprio Isotta dimostrerà grande capacità di governare la città di Rimini, difendendola dai nemici, quando il marito cadrà in disgrazia”. Tanti gli spunti di riflessione emersi dall’incontro, dalla centralità del ruolo delle donne nella famiglia Malatesta all’incapacità da parte delle amministrazioni che si sono succedute di valorizzare appieno il tempio malatestiano, fino alla forza dell’amore. Vecchiarelli ha sottolineato la determinazione di una donna “capace di incidere, con la forza del suo sentimento, sull’animo di un uomo duro come Sigismondo e di farlo cambiare. E’ lei, con il suo amore, a guidarci nella conoscenza del signore di Rimini”