Stazione logistica: c’è, non c’è, e non si vede

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A che punto è la questione del polo logistico di Valle Ufita? Si è arenata o sta andando avanti? Di questo si è parlato in un Forum organizzato dalla redazione del “Corriere dell’Irpinia”. Una tavola rotonda con sindaci, sindacati, esponenti politici regionali, e imprenditori rappresentati dal presidente di Confindustria di Avellino, Emilio De Vizia. Non c’erano gli interlocutori, seppure ufficialmente invitati, e forse più necessari, che avrebbero aiutato a capire meglio lo stato dell’arte: Rete Ferroviaria Italiana. «Abbiamo voluto che si parlasse di polo logistico in valle Ufita-ha esordito il direttore Gianni Festaperché rimanga desta l’attenzione. Per una questione a cui teniamo e portiamo avanti con grande coraggio e sensibilità. Per lo sviluppo di quell’area, e delle aree interne, è un momento difficile». Comincia il confronto. Il sindaco di Grottaminarda, Marcantonio Spera, avverte perché questa storia non diventi l’ennesimo miraggio. «Del polo logistico sappiamo solo cose ufficiose, sapendo del progetto preliminare di Rfi, quello finanziato con un milione, scaturito da un’ intesa tra Regione, Governo e, appunto, Rfi. Noi sindaci ci confrontiamo, con Enrico Franza, (il sindaco di Ariano, assente per un lutto in famiglia, ndr) c’è grande condivisione sul Masterplan. Se è vero che il Governo procederà con il finanziamento non potremo far altro che plaudire. Altrimenti saremo ancorati alle dichiarazioni del governatore Vincenzo De Luca, quando ha ricordato che sarebbe stata la Regione a farlo. Il polo logistico rappresenta un’opera strategica, un’ ancora di salvezza per il nostro territorio. Intanto l’Unione Europea si aspetta che si facciano i lavori. Dobbiamo lavorare perché questa speranza di sviluppo e futuro non sia un’altra cattedrale nel deserto. Il Masterplan si sta adoperando per cercare di lavorare insieme e, il prossimo 1 febbraio, mi vedrò con i sindaci delle aree interne per trovare una sede unica e mettere a punto l’utilizzo dei fondi regionali per la stazione Hirpinia. Speriamo in un tavolo di concertazione con tutti per riprendere la costruzione di questa opera strategica».

Il sindaco di Flumeri, Angelo Lanza, sottolinea la sua posizione:«Strano che bisogna andare alla ricerca di un filo di collegamento nel momento in cui un’opera costata alcuni miliardi di euro viene a realizzarsi senza poi pensare al suo utilizzo successivo e, quindi, senza logistica e infrastrutture. Perché abbiamo letto il verbale di Cascone: dice di utilizzare i fondi di sviluppo e coesione per le opere infrastrutturali e, nello stesso tempo, pubblica un avviso per la viabilità che esclude i Comuni che avranno utilizzato quei fondi. Se non nella parte differenziata. È paradossale perché la stazione Hirpinia sarà realizzata, i lavori sono in corso, però non sappiamo se la logistica ci sarà. Il progetto di Rfi, forse, è arrivato, ma attendiamo notizie certe. Attenti, però, a che non diventi una nuova stazione come quella di Afragola: altrimenti avremo fallito. Sulle strade di collegamento dobbiamo scegliere quali fare prima. Quelle che raccordano per arrivare in valle Ufita o la rotatoria che ci porterà alla stazione. Per questo i sindaci hanno chiesto che, quei fondi, li gestisce la Regione. Perché si vuole dare questa responsabilità ai sindaci e addebitare loro un eventuale errore? Quindi aspettiamo che ci venga comunicato il progetto preliminare per, poi, renderci conto di cosa intende realizzare Rfi». Emilio De Vizia, presidente di Confindustria Avellino, avverte: «Se parliamo di scalo merci, teniamo fuori le beghe della politica. Altro è se, invece, siamo in grado di confrontarci e uscire con una posizione forte e unica. Ci sono due questioni prioritarie, a Roma, l’IIA e l’Iveco, ma l’Irpinia non viene colta come soggetto da ascoltare. La vicenda scalo merci dimostra che fino a quando c’era il tavolo che poneva le questioni e non era inquinato da politica e campagne elettorali, costruito con Confindustria, sindacato e comuni, si era riusciti a far approvare una scheda. La novità è che già mesi prima, sempre grazie a Confindustria, si era capito che l’opera era irrealizzabile, un progetto sproporzionato. Noi avevamo immaginato un’operazione più semplice, meno impattante, lo scalo adiacente alla stazione Hirpinia, la cosa è passata, ma Rfi è lenta nel recepirla, l’ha subita questa cosa. Ora rischiamo non solo che i treni non si fermano, ma che si fermano a Benevento. Quanto alle strade, se arrivano merci e passeggeri, si faranno in automatico. Non dobbiamo correre il rischio di fare una battaglia politica. Ho incrociato Salvini a Benevento, sapeva del progetto, mi ha detto di tenere alta l’attenzione Bisogna capire con quale strumento si finanzia il progetto». Una parentesi sulla vicenda IIA: «L’abbiamo gestita malissimo, pensando di far partire un impianto industriale senza progetto industriale. Del Rosso aveva piuttosto, un progetto immobiliare-speculativo. Alla fine, gli hanno regalato sei milioni e 500mila euro. Un’area industriale di 800mila metri quadrati può avere la fila di imprenditori con piani seri, per questo serve una posizione unica». E’ d’accordo Luigi Simeone, segretario generale della Uil Avellino-Benevento, sulla necessità di una voce univoca, in tutta Irpinia, di cui però si è avvertita l’assenza. «Finora non abbiamo supplito, abbiamo soltanto fatto quello che ritenevamo opportuno insieme ai sindaci del territorio, poi area vasta. L’unità è importante. Se si colora politicamente, quest’opera non verrà fatta. Ma se resta così non serve a nulla». Simeone sottolinea due aspetti: «Non eravamo nella pagina degli amici della Regione Campania perché, quando sono stati stabiliti i 630 milioni di euro per le zone Zes, e di quei progetti era competente il commissario, solo due affidati a Rfi: Pontecagnano e valle Ufita. Una è stata fatta, l’altra no. E con un governo schizofrenico che da una parte vuole l’autonomia differenziata e dall’altra accentra i fondi Pnrr». I soldi non bastavano per costruire l’opera? E Rfi non sapeva nulla? Sono domande che il sindacato si continua a porre. «Se quest’ ultima ha fatto spostare la piattaforma logistica-continua Simeone- ed il Comune di Ariano ha dovuto votare una variazione al proprio Puc…Fitto, il ministro del Pnrr, quei soldi come li ha distribuiti?». E se De Luca, presidente della Regione Campania, ha deciso di denunciarlo «ha fatto bene, a meno che interessa a tutti che non si faccia. A noi, invece, sì». E arriva allo scorso ottobre, quando «ci dissero che era stata affidata ad Rfi, in autofinanziamento, la definizione di uno studio di fattibilità di un progetto. Ad un soggetto terzo, in verità (Italfer)». Simeone sostiene che «non possiamo sapere se il governo ci metterà ancora soldi, se l’opera costerà 40 o 90 milioni di euro. Recuperiamo l’unità di intenti, tutti, anche perché non si cambi la destinazione d’uso a chi è insediato in valle Ufita (Industria Italiana Autobus). Perché la piattaforma logistica è un valore aggiunto per raggiungere l’Europa, che non possiamo avere da nessun’altra parte. I sindaci mettono a disposizione passione, tempo: quella può essere la chiave di volta per i prossimi anni per lo sviluppo di questo territorio».

Andare avanti tutti nella stessa direzione. Per la Giovanni Lo Russo, segretario della Filca Cisl Irpinia Sannio un passo indietro mai, piuttosto avanti nell’intercettare soluzioni utili. «Stiamo parlando intanto di Alta velocità-Alta capacità, che collega l’Oriente all’Occidente: la piattaforma come prevista in Ufita è un’opera necessaria. Rfi, ente attuatore, non ha fatto quello che doveva fare. Né sembra abbia intenzione di realizzarla, la piattaforma logistica. Nel mese di ottobre il ministero ha convocato Rfi per un progetto di fattibilità: significa che non c’è progetto concreto ancora, né una visione futura. Altro capitolo, si parla di fondi complementari al Pnrr, anche qui, niente di reale, se non l’idea partita tanti anni fa. «Sindacati, imprenditori, dobbiamo essere uniti, per portare avanti l’idea, nel confrontarci con le amministrazioni regionali e nazionali, oltre quelle locali già presenti sul fatto. La piattaforma riguarda tutto il meridione, non solo le aree interne. Fare squadra come pure è stato fatto quando abbiamo lottato per la LioniGrottaminarda, quattro anni fa. E’ una sfida che non possiamo perdere». E’ dello stesso avviso Costantino Vassiliadis, segretario generale Ugl: «Fermo restando che questa è un’opera strategica, è anche vero, come ha sottolineato il direttore Festa, che prima di una proposta unitaria c’è un territorio rissoso. Ho partecipato al primo tavolo con Asi, Confindustria, nel 2009, e già allora ci fu uno studio di fattibilità sulla piattaforma logistica, sono passati anni e siamo ancora allo stesso punto». Anche Vassiliadis tocca l’argomento IIA: «Anche quando era Iveco, non ha mai sfruttato il terreno, tranne il dieci per cento. Sono metalmeccanico, quella vertenza l’ho vissuta e portata avanti anche io. Siamo facili a respingere imprenditori che vogliono venire ed hanno progetti seri, e magari ci prendiamo il peggio. Il 90 per cento del territorio potrebbe essere appetibile, chiaramente se si farà la piattaforma logistica. Se c’è possibilità di far arrivare nuovi investitori ben vengano, se collegati ad Alta velocità e Piattaforma. E ricordo a tutti che l’Irpinia è sempre riuscita a farsi sentire, penso alla manifestazione a suo tempo sulla sanità, per l’ospedale di Bisaccia. Al di là del risultato, fu una mobilitazione senza colori politici. L’Irpinia potrebbe ripartire da quel vigore». Per la Cgil, interviene Carmine De Maio: «Parliamo del futuro quando dobbiamo guardare al presente: se l’Alta velocità è una storia partita dieci anni fa, le cose poi cambiano col tempo. Gli imprenditori oggi non arrivano perché c’è incertezza dell’opera e del futuro. Quella zona va invece assolutamente utilizzata per la piattaforma logistica. Quella è la terra della IIA, azienda strategica del territorio, futuristica. Quell’area va pensata non nella logica dei tanti Pip con dentro piccole imprese con meno di dieci dipendenti e mille difficoltà. Il sindacato è fermo nel sostenere la IIA, che guarda al domani, la provincia di Avellino ha due finanziamenti sull’idrogeno. Invito i sindaci ad una nuova stagione di protagonismo: noi abbiamo le idee chiare». Così il deputato Gianfranco Rotondi, in collegamento telefonico: «Il governo e noi parlamentari siamo per la difesa e il rilancio dei livelli occupazionali e del valore strategico di IIA valle Ufita, consapevoli che in quella vicenda ci sono manovre non sempre lineari, vedi la storia degli arrampicatori che si buttano a capofitto sui contributi. Quanto al Polo logistico, ero stato facile profeta di sventure, quando, conoscendo le dinamiche europee che prevedevano allo svolgimento del partita del Pnrr, avevo previsto che non sarebbe stata quella la partita decisiva. Ora che abbiamo portato in cascina un impegno del Governo nazionale e della Regione Campania, è necessaria una unità totale delle forze politiche, delle autonomie locali, della rappresentanza parlamentare nazionale e regionale. Il ministro Salvini, da ultimo la settimana scorsa, ha riconfermato che si tratta di una partita strategica che il Governo condivide. Regione e Governo devono metterci i soldi, ma l’ente attuatore è Ferrovie dello Stato. C’è un percorso di finanziamento che va oltre lo stanziamento precedente perché è necessario uno stanziamento superiore. La novità è che il ministro Salvini, per il quale non ho mai tifato politicamente, è andato oltre, e ha detto che si farà. Se poi da questo momento non si farà la responsabilità sarà del governo. Mi auguro di poter essere io a ospitare voi, la prossima volta, per poter recepire tutte le considerazioni e le argomentazioni di questo forum». Per il consigliere regionale Maurizio Petracca questa vicenda «è assolutamente politica, senza infingimenti, senza scadere nella retorica o nel populismo. E come tale va affrontata, assieme ad un doveroso approfondimento giuridico». Fa la storia in pillole, per ricordare che il progetto della Piattaforma nasce da un’idea originaria dell’Asi poi sviluppata da Confindustria. Opportunità del Pnrr, Draghi invia alle regioni la richiesta di opere da finanziare, per l’Irpinia viene inserita la Piattaforma logistica, stanziamento 26 milioni di euro. Nei mesi successivi, le difficoltà con Rfi, si cambia allocazione, i costi previsti non erano sufficienti alla realizzazione dell’opera, con un animato dibattito intorno ai 90 milioni «che allora si diceva fossero un’invenzione perché non si voleva realizzare». La discussione poi si sposta al ministero, tra gli altri Petracca e De Vizia: «I rappresentanti del Governo, grazie ad una intuizione di Luca Cascone anche lui presente, dissero che avrebbero lavorato, e noi ci convincemmo a fare uno stralcio funzionale per i 26 milioni per la viabilità complementare, risorse poi azzerate, stornate e non più nella disponibilità nell’opera. Inutile oggi rincorrere ipotesi che non stanno in piedi, giuridicamente e dal punto di vista temporale. Quest’opera non può più essere caricata sul Pnrr, mentre resto dell’idea, è una mia considerazione, che poteva essere ancora caricata con la variazione delle risorse perché il Pnrr non si concluderà nei tempi previsti. Non esiste programma europeo che si sia concluso nei tempi previsti». Quanto ai fondi complementari al Pnrr, «parlamentari di questo territorio li hanno tirati in ballo, ma anche questa cosa non è praticabile perché, quando sono state dette queste cose, il fondo complementare già era scritto, e al capitolo delle attrezzature su ferro non esiste capitolo di spesa. Perchè allora dico la Regione: l’opera può essere finanziabile sui capitoli collegati. Ma la vicenda Fitto ci dice che solo sui fondi di sviluppo e coesione si prevedono 33 miliardi di cui 5 miliardi e 600 milioni alla Regione: ad oggi parliamo di zero lire. Certo, le cose cambieranno, ma la politica di accentramento del ministero porta ad un enorme rallentamento, a discapito delle regioni che non riescono ad accelerare i processi, mentre il ministero finisce per essere un unico ente attuatore, ministero che primo o poi dovrà cedere. Quel poco che si sta realizzando sono residui della vecchia programmazione. Ad oggi, della nuova programmazione, non abbiamo visto nulla». Se allora la Piattaforma non è finanziabile con il Pnrr o i fondi complementari, continua Petracca, «l’unica strada porta alla Regione con i fondi di coesione (Fsc), e capire quanti ne verranno destinati di quella cifra iniziale. Tra l’altro, allungare la tempistica di trasferimento comporta difficoltà, visto i tempi burocratici, fino alla gara e alla realizzazione, per cui condivido l’appello ad unirci, senza distinzioni, ma sapendo che questa è una questione politica». Se è questione politica, l’invito dal Forum del Corriere dell’Irpinia è ad un linguaggio unico intanto fra i consiglieri regionali e di tutti i soggetti impegnati, con l’invito al presidente di Confindustria a preparare una bozza di documento da sottoporre a tutti gli attori e all’attenzione del Governo.

Sintesi a cura di Ivana Picariello e Giancarlo Vitale