Torna “Il cinema che non si vede”

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Torna, alla sua seconda edizione, “Il cinema che non si vede”, rassegna di cinema del reale, a cura dell’Unione dei Circoli Cinematografici Arci con il contributo della Regione Campania. Il filo conduttore di quest’anno sarà  “Donne con la macchina da presa”, per offrire una vetrina alle opere di registe donne, in un mondo professionale dominato dal maschile, e indagare cosa sia andato perso a livello di ricchezza artistica in questa disparità di genere. Si parte oggi per proseguire fino al 10 dicembre con 12 opere e 2 live. Si prosegue con il secondo blocco riservato ai lungometraggi sarà di scena tra il 20 e il 30 dicembre con 8 film e 3 live. I film si potranno vedere in streaming sul sito di UCCA https://www.uccaarci.com. I Live con le registe e diversi ospiti del mondo del cinema saranno trasmessi in diretta sul sito e sulle pagine Facebook
Dalle ore 10 dell’8 dicembre fino alle ore 24 del 10 dicembre saranno in visione “Fortissimo” di Janine Piguet – Svizzera 2019, “For Your Sake” di Ronja Hemm – Germania 2019, “The Swing” di Samara Sangybaeva – Kirghizistan 2019, “Waithood” di Louisiana Mees Fongang – Belgio, Grecia 2019, “Guerra, tiza, tiempo – Ausencias Recuperadas” di Philippine Sellam – Argentina 2019, “Tahiti “di Latifa Said – Algeria 2018, “They Go Gently Into That Night Work” di Soile Mottisenkangas – Finlandia 2020, “Fuori Programma” di Carla Oppo – Italia 2016, “Then & Now” di Giulia Tata e Antonino Torrisi, “In Her Shoes” di Maria Iovine – Italia 2018, “Supereroi senza poteri” di Beatrice Baldacci – Italia 2019, “Orfani del sonno” di Chiara Rigione – Italia 2020. La scelta dei titoli proposti vuole privilegiare universi solitamente raccontati da uominii crimini di guerra riportati alla luce da “Il segreto della miniera” di Hanna Slak, l’emancipazione di una ragazza Rom dalle tradizioni soffocanti della sua comunità in “Sola al mio matrimonio” di Marta Bergman, i divari sociali della società marocchina in “Sofia” di Meryem Benm’Barek, le lettera d’amore di una giovane madre alla figlia sotto i bombardamenti siriani in “Alla mia piccola Sama” di Waad al-Kateab, le emergenze ambientali che la società contemporanea si trova ad affrontare in “Amaranto” di Manuela Cannone e Emanuela Moroni, la riabilitazione dopo un tragico incidente in “The Rider” di Chloé Zhao, recente vincitrice dei Festival di Venezia e Toronto.

Oltre ai lungometraggi nazionali e internazionali, ci sarà spazio per la proiezione di opere di autrici campane: il toccante “Nevia”, film d’esordio di Nunzia De Stefano, che racconta la caparbia ribellione di un’adolescente che vuole fuggire da una vita senza prospettive e l’incantevole “Agalma” di Doriana Monaco, immersione nella vita quotidiana del Museo Archeologico di Napoli quasi fosse un organismo vivente.

Domani, alle 19, si presenta “Lo sguardo delle donne sul lavoro” con la presentazione dei cortometraggi del Working Title Film Festival con Marina Resta, Direttrice Artistica. Intervengono Chiara Rigione, regista e Presidente del circolo “Kinetta” e Diana Cusani, Presidente del circolo Textures. Modera l’incontro Antonio Borrelli, vicepresidente nazionale di UCCA. Il 10 dicembre a confronto sul “Riuso creativo del cinema d’archivio” con la presentazione dei cortometraggi di AAMOD e Premio Zavattini, con Antonio Medici, Direttore Artistico del Premio Zavattini, Roberto Roversi, presidente nazionale UCCA e le registe Carla Oppo, Chiara Rigione, Beatrice Baldacci e Maria Iovine.
Modera l’incontro Antonio Borrelli, vicepresidente nazionale di UCCA. “Il Cinema che non si vede” è realizzato da UCCA con il contributo della Regione Campania (Legge 30/2016) in partenariato con Arci nazionale, ARCI Salerno, Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico (che organizza il Premio Zavattini – UnArchive), LIES – Laboratorio dell’Inchiesta Economica e Sociale (che organizza il Working Title Film Festival), Doxa Circolo Arci, Kinetta spazio Labus, Marea, Textures Collettiva. Tra i partner anche quest’anno lo Zia Lidia Social Club.