Totò Riina resta in carcere, il Tribunale di sorveglianza di Bologna rigetta la richiesta di scarcerazione

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Una foto di Toto' Riina scattata il 14 novembre 1996 nell'aula bunker del tribunale di Caltanissetta durante il processo per la strage di Capaci. ANSA/MIKE PALAZZOTTO

Il tribunale di sorveglianza di Bologna ha rigettato la richiesta di differimento pena o, in subordine, di detenzione domiciliare presentata dai legali di Riina. I giudici hanno riunito due procedimenti, decidendoli insieme. Riina quindi resta detenuto al 41bis nel reparto riservato ai carcerati dell’ospedale di Parma. Alla richiesta dei legali, motivata da ragioni di salute del boss, si è opposto il pg di Bologna Ignazio De Francisci che per anni ha lavorato a Palermo.

Salvatore Riina “non potrebbe ricevere cure e assistenza migliori in altro reparto ospedaliero ossia nel luogo in cui ha chiesto di fruire della detenzione domiciliare”. Lo scrivono i giudici del tribunale di Sorveglianza di Bologna, concludendo il ragionamento sulle condizioni di salute del boss di Cosa Nostra, nell’ordinanza con cui rigettano le istanze di differimento della pena. Per i giudici è “palese”, a Parma, “l’assoluta tutela del diritto alla salute sia fisica che psichica del detenuto”.

Salvatore Riina appare “ancora in grado di intervenire nelle logiche di Cosa Nostra”, nonostante le sue condizioni di salute e l’età ormai avanzata e “va quindi ritenuta l’attualità della sua pericolosità sociale”. E’ un passaggio cruciale dell’ordinanza del tribunale di Sorveglianza di Bologna, nel rigettare l’istanza di differimento pena del boss.