Un ferragosto così diverso

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Così strano, così diverso. Con il pericolo dietro l’angolo, eppure l’attesa è all’insegna della sfida irresponsabile. Paura, incertezza, speranza si agitano in questo ferragosto nell’animo umano. Gli oltre settecentocinquantamila morti causati dalla pandemia nel mondo scandiscono i tempi di una tragedia che sembra non aver mai fine. Siamo di fronte a una svolta epocale che si cerca di esorcizzare con “il tutto passerà”. Le centinaia di voci dissonanti tra di loro consegnano ottimismo o allarmismo, come a dire che il desiderio della serenità s’infrange tra approssimazioni e superficialismo. Passerà? E quando? Anche quando questo accadrà, le ferite resteranno profonde. Prima fra tutte quella dell’egoismo individuale che si è rafforzato dando un colpo mortale alla solidarietà tra le persone. E’ il ritorno brutale alla centralità dell’ego che cancella dall’orizzonte le riflessioni sul tempo che verrà. Sulle spiagge affollate, nelle discoteche con musica assordante si celebra in queste ore la festa dell’inganno a se stessi, mentre dilagano le fosse comuni, aumenta la povertà e sulla scoperta dei vaccini si gioca la disumana partita del “big pharma”. Di fronte abbiamo un domani carico di incognite. Che si tenta a volte di sconfiggere con prove muscolari. Come per la riapertura delle scuole in un Paese che lamenta una fatiscente edilizia scolastica ed è molto indietro nella educazione e dotazione digitale. La scuola, ma non solo. La sanità è l’altra importante piaga putrida che rende fragile il futuro. La pandemia ne ha scoperto i limiti, anche gli scandali, e tuttavia oltre i fatti della condanna c’è solo spazio per le parole. E i fondi europei promessi e il cui arrivo è previsto nel prossimo anno? Sembra di assistere alla figura di un assetato che al primo fontanino si disseta fino ad affogare. La parcellizzazione delle risorse per non scontentare nessuno rischia di vanificare la grande occasione di rilancio economico- sociale della bella Italia affetta da un male inesorabile: la malapolitica. Tutto questo non è strano. E’ solo il segno di un ferragosto diverso.

di Gianni Festa