Una democrazia malata

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Enrico Letta, eletto segretario del Partito Democratico, ha pubblicato un volume (Anima e cacciavite ediz. Solferino) che è il suo credo politico e il vademecum della sua attività di guida del partito. Racconta perché ha deciso di lasciare la guida della Scuola di specializzazione politica che dirigeva all’Università di Parigi e ritornare in politica. Tra le cose interessanti del libro c’è un intero capitolo dedicato alla nostra democrazia malata e ai rimedi proposti per correre ai ripari: anzitutto col dirci la verità sulla crisi: “Alcuni sintomi – scrive – sono stati trascurati per troppo tempo, altri sono emersi prepotentemente più di recente. Di certo da un decennio almeno, vale a dire da quando è finita la lunga contrapposizione Prodi –Berlusconi, il sistema politico si è avvitato. Sei presidenti del Consiglio (me compreso) alla guida di sette governi: Monti, Letta, Renzi, Gentiloni, Conte 1 e 2, Draghi. Negli stessi anni in Germania c’è stata solo la Merkel, in Olanda Rutte, in Spagna Raioy e Sanchez.”.

Passa, poi, ad elencare le cause della crisi della nostra democrazia che stanno ripercuotendosi sul sistema. In primo luogo la scarsa governabilità, in secondo luogo il problema della rappresentanza. La prima cosa è combattere il trasformismo parlamentare ed eliminare l’anomalia, tutta italiana, del ruolo sproporzionato del Gruppo misto. Troppi cambi di casacca: più di 200 in questa legislatura e il fenomeno ha riguardato tutti i partiti. “E il trasformismo, che, a onor del vero, in Italia ha una storia ultrasecolare, ha oggi raggiunto livelli inaccettabili.” Non ci sono altri paesi al mondo dove il fenomeno è così radicato. Quali rimedi? In primo luogo la riforma dei Regolamenti parlamentari, disincentivando l’esodo o addirittura abolendo il Gruppo misto. E questo si può fare senza alcuna revisione della Costituzione e senza intaccare l’art. 67 sull’assenza del vincolo di mandato.

E’ la teoria del cacciavite della quale parla de sempre anche Bersani. Ci sono, poi, il recupero di dignità della politica e l’aspirazione a una riconciliazione con i cittadini legati essenzialmente alle modalità di selezione ed elezione dei parlamentari” “Le liste bloccate sono immorali… serve restituire agli elettori il diritto di scegliere i propri rappresentanti. Le ultime due leggi elettorali (il “porcellum” di Calderoli e compagni e il “rosatellum” di Renzi sono un’indecenza. Una nuova legge elettorale (maggioritaria o proporzionale) va bene se restituisce al cittadino elettore il diritto di scegliere i propri candidati.

Bisogna, inoltre regolarizzare la democrazia interna dei partiti che devono tornare ad essere veicoli di democrazia e organizzati “per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale” secondo l’art. 49 della Costituzione. Trasparenza e metodo democratico si possono ottenere con una legge ordinaria. Infine si può introdurre il principio della fiducia costruttiva per garantire maggiore stabilità.

Di queste cose si parla da anni e da parte di tutti i partiti ma non si è mai fatto nulla per correggere le anomalie. La posizione di Letta è chiara, non populistica ed anche più facilmente realizzabile. Basta volerlo. Questi principi dovrebbero costituire l’argomento, se non unico, almeno principale della sua attività di segretario del PD e della prossima campagna elettorale e dovrebbe impegnare tutti i parlamentari, soprattutto della sinistra. Sono valori irrinunciabili dei quali la sinistra deve farsi portatore.

di Nino Lanzetta