Unione Popolare Irpinia: formalizzato lo “scippo” di Cassano, aumenti in vista per gli utenti

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 Il tema dell’acqua resta uno dei più controversi, in Irpinia e in Campania. No alla privatizzazione, sì all’acqua pubblica, resta la posizione anche dell’Unione popolare Irpinia, che rilancia su una questione di strettissima attualità, alla luce delle scelte politiche che si stanno compiendo in questi giorni, quando i suoi esponenti dicono: «Dopo 50 anni l’impianto di Cassano (centrale, serbatoi e acquedotti) è in questi giorni passata “formalmente” alla Regione che si assumerà tutti i costi di gestione fino al subentro della società mista pubblico/privata che risulterà vincitrice della gara d’appalto della Gra (Grande Adduzione Primaria).

Un esito che segna il fallimento non di Acs ma di una intera classe politica locale e regionale sottomessa agli interessi e alle logiche di privatizzazione dell’acqua come dei rifiuti, della sanità come dei servizi sociali. È uno “scippo” perché lo sbandierato “salvataggio” di Acs è del tutto falso e pretestuoso».

E ancora:«La gestione di Cassano era ed è in passivo semplicemente perché le uscite risultano superiori alle entrate. Occorreva, ed occorrerà, diminuire quanto più possibile i costi ed aumentare la tariffa, riequilibrando le uscite e le entrate. Ovviamente è quello che fara il privato che subentrerà perché non si assumerà certo una gestione in perdita.

ACS non l’ha fatto per una precisa volontà della politica: giustificare la privatizzazione della gestione. L’assurdo è che ora Acs sarà costretta ad acquistare l’acqua che prima gestiva bene ma in perdita. Oltre al danno la beffa.

Non solo è stata “scippata” la gestione pubblica dell’acqua, contro la volontà espressa da 21 milioni di Italiani con il referendum del 2011. A noi utenti toccherà pagare, oltre l’aumento per equilibrare costi e ricavi, anche il profitto del privato».

Per concludere, «Unione Popolare quindi sostiene convintamente le iniziative del Coordinamento Regionale dei Comitati per l’Acqua Pubblica affinché la Grande Adduzione Regionale sia gestita da una società totalmente pubblica».