Vera Gemma, la sua storia in un film. Covi: raccontiamo il coraggio di essere autentiche

Il 27 marzo al Movieplex nell'ambito della rassegna dello Zia Lidia

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Volevamo raccontare Vera Gemma nella sua autenticità, al di là del personaggio. Ci appariva profondamente ingiusto che, semplicemente per il suo modo di vestire in maniera molto provocatoria, per il proprio aspetto fisico, fosse vittima di pregiudizi. Pregiudizi che non corrispondono a quella che è Vera”. A parlare è Tizza Covi regista insieme a Rainer Frimmel dell’opera dedicata a Vera Gemma, vincitore di due premi, Migliore Regia e Migliore Attrice, nella sezione Orizzonti della 79ª Mostra del Cinema di Venezia. Il film farà tappa il 27 marzo, alle 21, al Movieplex di Mercogliano nell’ambito della rassegna proposta dallo Zia Lidia. Ad incontrare il pubblico saranno i registi. Centrale nella pellicola il rapporto con il padre “Vera – spiega Covi – ha sempre adorato suo padre, ha sempre avuto parole bellissime per lui, il problema è sempre stata la gente, ha dovuto fare i conti con l’eterno confronto con la bellezza del padre. Il ricorso alla chiurgia è stato anche un modo per imporre la propria identità”.

E’ la stessa Vera ad affermare nel film che “A casa mia essere belli era un dovere, dovevi essere bella per forza. Guai se ingrassavi, era più grave ingrassare che essere dipendenti dalle droghe”, segno di un’ossessione che segnerà la sua vita

“Da feste, boutique di lusso e provini alla vita di borgata, dove sopravvivere – prosegue Crvi – è stato ugualmente difficile, in un contesto in cui chiunque l’avvicinasse cercava un tornaconto personale. Abbiamo cercato di entrare in tutti gli aspetti della vita di Vera, quelli negativi e positivi, senza mai giudicare cosa fosse bene o male.  Ho amato molto la sua forza,  il coragggio di restare autentici senza adattarsi a ciò che il pubblico  avrebbe voluto vedere in lei. Le tante delusioni subite hanno fatto sì che oggi non le importi più niente di piacere alla gente, fa ciò che sente, senza preoccuparsi dei giudizi. Volevamo che arrivasse al pubblico la sua verità, l’idea che, prima di giudicare, bisogna sempre guardare dietro le quinte e non fidarsi delle apparenze”