Le calamità naturali e l’antropocentrismo nella storia

Il clima non impazzisce ed esce dai canoni per allagare paesi e città, il clima risponde alle leggi universali della fisica e della chimica

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Mettere al centro dell’Universo l’uomo è stato ed è un errore atavico. Per millenni l’uomo ha pensato che la Terra fosse al centro dell’Universo e tutto le ruotava intorno. Sbagliava. Per secoli ha pensato che il Sole fosse al centro dell’Universo. Sbagliava. Fino ai primi decenni del XX secolo ha pensato che la Via Lattea fosse l’intero Universo. Ne era convinto perfino Albert Einstein. Sbagliava.

Nel 1912 Giacomo Luigi Ciamician (1857 – 1922), chimico triestino di origine armene, nei primi decenni del XX secolo fu più volte candidato al premio Nobel per la chimica, lavorava a Bologna, è stato il primo, in un convegno a New York, a dire che c’è un nesso molto stretto tra la combustione di carbone e l’emissione di gas. Inoltre Svante Arrenius, premio Nobel per la chimica nel 1903, disse che se nell’atmosfera la concentrazione di anidride carbonica (CO2) raddoppia la temperatura si innalza di quattro, cinque gradi. Ed aggiunse che per avere tale raddoppio occorreranno tremila anni. Non si sbagliava per l’innalzamento della temperatura ma si sbagliava per i tempi, perché oggi siamo a 425 parti per milione (ppm) e al tempo di Arrenius eravamo a circa 280 ppm e con l’andamento attuale raggiungeremo il raddoppio della concentrazione di CO2 in duecento anni altro che tremila. Le cose le sappiamo. Gli scienziati ce lo hanno detto. Nella Lettera al futuro scritta per la morte di Ok, il primo ghiacciaio islandese, si legge: “… noi sapevamo cosa stava succedendo e cosa c’era bisogno di fare per fermarci. Solo voi che vedrete questa lapide magari fra cento, duecento anni saprete se veramente abbiamo fatto qualcosa.

Sono due secoli che gli scienziati dicono che l’aumento della concentrazione di CO2 nell’atmosfera dipende dalla combustione della fonti fossili, ma la gente ha continuato a bruciare fonti fossili senza curarsene. I governi hanno sovvenzionato le estrazioni di fonti fossili. E continuano a farlo. Nel corso dei decenni fenomeni meteorologici violenti ne sono accaduti in tutto il mondo e con maggiore frequenza. Alcuni titoli dei media hanno tuonato: “Il torrente assassino”, “Il clima impazzito”, “Una foresta ubriaca” “La vita del Pianeta ad un bivio”. Sono titoli devianti che allontanano l’analisi delle cause. Un torrente non esce dall’alveo per travolgere un’abitazione e ammazzare 5 persone; il clima non impazzisce ed esce dai canoni per allagare paesi e città, né risponde a una convenienza locale o momentanea, il clima risponde alle leggi universali della fisica e della chimica. Quindi se l’uomo interviene sul ciclo naturale dell’anidride carbonica aumentandone la concentrazione nell’atmosfera questa si riscalderà ancor più e i fenomeni meteorologici saranno sempre più violenti e sempre più frequenti. Questo i media lo dicono sempre a disastri avvenuti, parlano degli interventi dei governi con regole relative all’emergenza e poi si dimenticano di discutere di come porre rimedi alle cause che hanno scatenato tutto. Ma non si dice “meglio prevenire che curare”? E per prevenire bisogna conoscere, capire e agire. Occorre un cambiamento clamoroso della società, come dice papa Francesco nella Laudato si’, ed esso avverrà soprattutto se i giovani prenderanno in mano il loro futuro e agiranno.

Michele Zarrella