A Morra De Sanctis alla scoperta dell’Africa

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Il confronto promosso dall’associazione culturale Hastinapura

 


Un modo altro per parlare del continente africano, delle sue ricchezze, della sua bellezza, dei suoi drammi e delle sue contraddizioni. Ma anche un modo per comprendere una realtà che, ormai, è diventata parte integrante della nostra vita e che non possiamo più ignorare. Questo il leit- motiv della tre giorni, che si è svolta, dal 28 aprile al 1 maggio,  al Castello Biondi, di  Morra De Sanctis, dal titolo: “ L’Africa, questa sconosciuta”, promossa dall’associazione culturale Hastinapura, in sinergia con il Comune di Morra, con il Consiglio Regionale della Campania, e con l’Istituto di Istruzione Secondaria Superiore “Francesco De Sanctis”. «Il clima di insofferenza che serpeggia un po’ ovunque, e di cui i social networks sono la drammatica e lampante testimonianza, ha spinto l’associazione Hastinapura ad una più profonda riflessione che è, infine, sfociata in questa tre giorni  – ha ribadito Alessandro Sarno, presidente di Hastinapura –  il fine è stato quello di conoscere più a fondo l’Africa, di cui abbiamo, tuttora, una percezione alquanto imprecisa,  con conferenze di relatori altamente qualificati, ma anche e soprattutto, quello di creare una rete di relazioni che favoriscano la nascita di iniziative di sviluppo ». Tanti gli intellettuali, gli studiosi, i consoli dei vari paesi africani presenti in Italia, che hanno preso parte al dibattito, da Raffaele Gaezza, operatore pastorale presso la diocesi di Pozzuoli, alla professoressa Vanda Sangiuliano, dell’Università Orientale, a Luigi Mazza, Vicepresidente Federazione Italiana Combattenti Alleati, ad Andrea Buffo, esperto nella tutela di minori e soggetti disadattati, a Virginia Ciaravolo, Presidente Associazione “Mai più violenza infinita”, a Enrico Lalla Morra, Console onorario della Repubblica del Ruanda in Milano. Ed ancora, Massimiliano Carullo, sindaco di Mercogliano, Stelio Venceslai, Gran Maestro OSMTH, Michela Lipari, Presidente Federazione Esperantista italiana, Antonio Girardi, Presidente Società Teosofica italiana, Renato Corsetti, ex presidente Federazione Esperantista italiana. Da Giuseppe Gambardella, Console del Benin, a Napoli a   Paolo Senese, manager Strago, solo per citarne alcuni. «Ci dovremmo solo vergognare – ha stigmatizzato Gambardella – ancora oggi, le donne e i bambini di quei Paesi, percorrono interi chilometri a piedi solo per prendere qualche litro di acqua. Noi abbiamo depauperato questi popoli delle loro ricchezze. Voglio ricordare che queste terre, un tempo, erano ricche di oro. Adesso, invece, è difficile trovare anche una sola pepita. In questi luoghi, i bambini muoiono perché non hanno sufficienti medicinali,  non hanno antibiotici. Dobbiamo fare un esame di coscienza e cambiare radicalmente il nostro modo di vivere. Dobbiamo creare reti di solidarietà.». Ricco di pathos anche il contributo della psicoterapeuta Virginia Ciarasolo, che ha raccontato della sua esperienza in Kenya. «Ho imparato che noi dobbiamo comprendere gli usi e i costumi di queste popolazioni, e non imporre il nostro modus vivendi – ha ribadito – Il Kenya è un Paese stupendo, ma ricco di contraddizioni. E’ un Paese che si odia e che si ama. Da quando ho conosciuto l’Africa, tutto il mio modo di guardare il mondo e la realtà tutta, è radicalmente cambiato.». Molteplici gli input di riflessione che hanno scardinato gli stereotipi  che creano, ancor oggi, prigioni di xenofobia nei confronti dei tanti migranti che cercano, qui da noi, un posto in cui vivere, e che tanto possono dare cme retaggio culturale ed umano.