Abellinum, un sito archeologico a lungo sottovalutato

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Il sito archeologico è stato a lungo sottovalutato, fu scoperto solo negli anni ’50, da Werner Johannowsky, un archeologo di origini austriaco-svizzere, che condusse varie campagne di scavo in greca e in Italia. Durante lo svolgimento di alcuni sopralluoghi in licenza militare, nell’area segnalò, al sopraintendente, il ritrovamento di alcuni resti che sembravano essere quelli di Abellinum. E solo nel 1962-63, durante i lavori di costruzione dell’autostrada Napoli-Bari, ci si rese conto della sua rilevanza archeologica.

E’ situato nella città di Atripalda, è un polmone verde che occupa una superficie di circa 25 ettari. La città di Abellinum, posta su un braccio dell’Appia, era nota già nella Tabula Peutingeriana, una copia risalente al XII-XIII secolo di un’antica carta romana che mostra le vie dell’Impero Romano.

L’antica colonia romana di Abellinum di tipo sannitico, risalente al IV secolo a.C., conserva diverse testimonianze monumentali di età repubblicana e imperiale. Nell’area della Civita si riconoscono alcuni spazi tipici delle città romane: il foro, la piazza dell’antica città su cui si affacciavano templi e statue in marmo, i cui reperti sono conservati nel Museo Irpino di Avellino; una struttura termale con calidarium detta Torre degli Orefici; una sezione dell’acquedotto romano del Serino; e una domus di 2500 m². Il tutto disposto sotto una copertura realizzata negli anni 2000.

La domus è stata una ricca dimora signorile di tipo ellenistico-pompeiano, appartenuta ad un liberto, una persona liberata dalla sua condizione di schiavitù, di nome Marcus Vipsanius Primigenius, riscattatosi e arricchitosi grazie ad una florida attività commerciale.

Oggi, in essa è ancora possibile individuare i resti degli spazi e gli ambienti tipici delle case romane come il peristilio e l’atrio ornati di affreschi con motivi vegetali su rosso pompeiano di III e IV secolo e mosaici pavimentali. Inoltre, gli scavi hanno permesso la messa in luce dell’area del vestibolo, in particolare è emerso l’ingresso affiancato su ciascun lato da due ampie tabernae (botteghe), contraddistinte da due soglie in pietra, rivolte a un tratto del grande decumanus. Infine sono stati rinvenuti anche diversi suppellettili e suggestive e caratteristiche decorazioni degli antichi ambienti.

Possiamo concludere dicendo che il parco archeologico di Abellinum, riveste un ruolo di primaria importanza nel panorama archeologico dell’Irpinia ed è uno dei principali siti storico-archeologici dell’intera provincia.