Agostina Spagnuolo, il presente è gravido dell’avvenire!

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Abbiamo avuto la fortuna e il piacere di incontrare Agostina Spagnuolo, biologa, insegnante (in pensione) poetessa, scrittrice e saggista di Capriglia Irpina, (AV), vincitrice di vari premi letterari.

Cos’è per lei la poesia?

Sono arrivata alla poesia piuttosto tardi. Non l’ho cercata: è stata essa a raggiungermi.Con la poesia ho inteso tradurre in bellezza le emozioni della vita. La poesia è tutto ciò che di bello si può cogliere nelle cose, come anche nelle scienze e nella biologia, dove la bellezza è desiderio di conoscenza e scoperta del nuovo. Il desiderio di conoscenza è già poesia! Lo si traduce in parola e in versi. I sentimenti vengono elaborati in una forma di scrittura, dando voce al bisogno di scrivere ciò che si sente con il cuore. La scrittura diventa strumento di conoscenza e di consapevolezza, in alcuni momenti della vita si sente il bisogno scrivere, di dire a se stessi ciò che si è per prendere contezza di sé, ma anche del mondo che ci circonda, è un’integrazione tra sé e il mondo. È strumento di introspezione, ma anche di affermazione di valori forti .

Cos’è per lei l’insegnamento ?

Si apprende quando si stabilisce un feeling tra docente e discente ed io sostengo che ho imparato più io più dagli allievi che non loro da me, perchè per quanto l’insegnante si prepari la lezione avviene sempre che essi pongono domande sempre nuove, quesiti non previsti ed è insieme che si costruisce il percorso educativo, che trova valore e sostanza nell’interscambio, dove avviene la crescita comune.

Lei che è di Capriglia Irpina ha scritto libri sulla storia sia del suo paese natio, che su Guardia dei Lombardi. Cosa ci può dire di Guardia di Lombardi, che pur non essendo il suo paese d’origine, è stato da lei molto amato?

Sono arrivata nel mondo di Guardia quando ho sposato mio marito. E’ il mondo contadino per molti versi simile a quello del mio paese, Capriglia Irpina. Soprattutto in campagna dove abbiamo abitato mi ha sempre affascinato il modo di vivere, semplice e ancora genuino degli abitanti. Regnava un forte senso di appartenenza e di radicamento alla terra, che veniva lavorata dai contadini con passione e sacrificio, venerando i campi che erano fonte di vita e di sostentamento. Imperava un vero spirito di comunità, palpabile sopratutto in occasioni di malattie e di funerali, che vedevano coinvolte tutte le persone del circondario anche nelle veglie funebri dove il rituale preveda canti funebri che narravano la vita del defunto.

Cos’è per l’Irpinia?

L’Irpinia è una terra bellissima per le sue bellezze naturali e paesaggistiche, per la sua storia, le tradizioni, ma soffre dell’esodo dei giovani, che sono costretti a lasciare i paesi natii per cercare lavoro altrove, sia al nord Italia che in paesi esteri. Mi auguro che le politiche sia centrali che regionali, favoriscano le esigenze occupazionali dei giovani delle aree interne della nostra Irpinia.

Quali sono i suoi progetti futuri?

Adesso sto conducendo uno studio sul dialetto del mio paese, Capriglia Irpina. Sto realizzando un dizionario dei termini specifici del mio dialetto, poichè sono stata sempre una persona che si è posta domande sul perché delle cose e tra queste il significato delle parole. In effetti io mi chiedo sempre il perché delle cose, metodo che adotto anche nel mio ambito di insegnamento scientifico, che si basa proprio sull’elaborazione di quesiti e di domande sul mondo ci circonda e ciò che si va a esplorare.

 

Rosa Bianco e Fiore Carullo