Autonomia, ira di De Luca: “Sud tradito, andremo in Consulta”

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“Faremo di tutto, dal ricorso alla Consulta al referendum, fino a scendere in piazza, a Roma o a Napoli. Di tutto purché non passi questa legge truffa”. Vincenzo De Luca è un fiume in piena. Davanti alla stampa convocata in Regione, il governatore campano parla per oltre un’ora facendo le pulci articolo per articolo al ddl sull’autonomia differenziata approvato dal Senato. “Un’operazione truffa” a suo dire che necessita per contro di una mobilitazione straordinaria e di un’operazione verità. A partire da quattro iniziative dedicate agli amministratori pubblici, al mondo della cultura, a quello delle imprese e del lavoro e l’ultima per burocrazia zero. Iniziative sulle quali De Luca chiede sostegno anche ai governatori meridionali vicini alla maggioranza perché “la battaglia è sui contenuti e non su basi ideologiche” tenendo come ultima carta quella del ricorso alla Corte Costituzionale: “Se va avanti cosi ci prepariamo, l’articolo 5 viene violato in più punti”.

Sullo sfondo una premessa: basta con il luogo comune del Sud palla al piombo. “L’operazione verità serve a questo – dice De Luca – a sconfiggere le chiacchiere sulle regioni virtuose e di un Sud parassita. Falso, il Sud è pronto ad accettare la sfida”.

“Il mio appello – ha detto De Luca – è rivolto a tutti quelli che hanno a cuore la Nazione. Non è la mia battaglia, ma è di tutto il Sud. E’ la battaglia di chi pensa che il futuro dei nostri figli conta più delle bandiere di partito. Al premier Meloni dico che non ha titolo per parlare di Nazione perché la nazione esce distrutta da questa riforma. Altro che Nazione è il controrisorgimento”. Non manca l’ironia sul Pd in passato giudicato troppo tenero sul punto: “Ieri per la prima volta – sottolinea il governatore – al question time, dai banchi dell’opposizione è stato sollevato un problema concreto, ho avuto i brividi”. Nel merito per De Luca il testo approvato dal Senato amplia il divario tra Nord e Sud aprendo di fatto alla secessione sulla scorta di una doppia “operazione truffa basata sulla mancata copertura finanziaria della legge e sul fatto che mentre rinvia i Lep di due anni consente di partire da subito con l’autonomia differenziata in questo modo bruciando 9 miliardi di risorse pubbliche destinate al Sud”. De Luca si rivolge direttamente “all’amico Calderoli” un anno fa accolto in Regione per siglare una unità d’intenti nel frattempo smarrita. “Chi ha deragliato non è il presidente della Campania – tiene a precisare -. Calderoli – incalza De Luca – dice che il suo ddl consente a tutte le regioni di partire dallo stesso piano. Allora decidiamo che quando si parte recuperiamo il divario su posti letto e personale medico in Emilia, Lombardia e Veneto a diamo a tutte le regioni le stesse risorse del fondo sanitario nazionale. Oggi cittadino campano riceve come spesa pubblica 5 mila euro in meno rispetto a un cittadino nato al Nord”.