Avanza il partito del non voto

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Di Nino Lanzetta

La quasi maggioranza degli elettori aventi diritto al voto non vanno a votare. I dati delle ultime elezioni, politiche ed amministrative, sono impressionanti. Su 50.869.304npotenziali elettori hanno votato, nelle politiche del 25sett. 2022, solo 28.042.874 cittadini. Il 44,90 non ha partecipato al voto o ha espresso scheda bianca o l’ha annullata.13.300.244 elettor, pari al 24,10% dell’intero corpo elettorale, un elettore su quattro, hanno votato per il centro destra. Perché un’astensione così alta che va sempre più aumentando? Perché non esercitare un diritto sancito dalla nostra Costituzione che è anche un dovere civico? Se lo domandano tutti, ad eccezione dei nostri politici ai quali questa situazione torna comoda. La risposta è, per molto versi, perfino ovvia. Perché la politica è orma invisa a molto ex elettori, soprattutto quelli che votavano centro sinistra, che si sentono lontani e non più rappresentati dai partiti assenti dal territorio e da politici scelti solo per fedeltà, dai loro capibastone. Secondo Padellaro (Confessioni di un ex elettore- ediz. Piper First, 2023) la metà del popolo italiano è soggiogata da pulsioni razionali/irrazionali rabbiose, beffarde, ingenue, che hanno portato ad un colossale monumento al non voto. Padellaro, da ex elettore “tormentato, dimezzato, scisso tra una lunga consuetudine ai seggi e la tentazione di starne lontano soprattutto in seguito al suicidio-catastrofe del centro sinistra che ha spianato la strada al governo Meloni ha l’intenzione di rimanere un elettore in sonno fino a quando l’offerta politica non lo convincerà a tornare sui (suoi) passi”. La sfiducia nella politica dura da un bel po’. I partiti sono radicalmente cambiati e non hanno più radicamento nel territorio. Sono divenuti comitati di affari, combriccole, centri di potere e di soddisfacimento di interessi personali e di gruppo. Non hanno più ideologia e nemmeno idee. Nessuna strategia politica, né progettazione del futuro. I cittadini non si sentono rappresentati perché non eleggono, come imporrebbe la Costituzione, i loro rappresentanti, che una legge sciagurata – fatta approvare da Renzi- vengono scelti dai loro capibastone solo per l’indiscussa fedeltà. Ci si è rivolti a politici che si ritenevano in grado di tenere a bada i partiti. Prima a Berlusconi, l’uomo della provvidenza, e dopo il suo clamoroso fallimento e la degenerazione della politica, a Renzi, il rottamatore, al Grillo parlante, alla Lega di Salvini, poi ai tecnici Monti e Draghi, senza cavare un ragno dal buco. Ora si è scoperta la Meloni al motto di “proviamo anche questa”, non perché di destra, perché l’Italia, dopo il suicidio del fascismo, non è stato mai un paese di destra, ma solo perché donna e ritenuta capace e ambiziosa. Il futuro ci dirà se ci salviamo o andremo ancora a sbattere!