Avellino, presentato al Carcere Borbonico il libro di Caio Mussolini “Italiani d’Argentina”

il pronipote del Duce: "Con la Meloni finalmente abbiamo un governo legittimo e che gode di una chiara maggioranza"

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L’associazione culturale Fratelli d’Italia  ha ospitato, oggi pomeriggio ad avellino,  la presentazione del libro dì Caio Giulio Cesare Mussolini “Italiani d’Argentina”, Storia dell’immigrazione italiana in Argentina nei secoli XIX e XX.

L’evento che, si è svolto presso la Sala Blu del Carcere Borbonico ad Avellino, è  stato moderato  da Edoardo Sirignano, giornalista de “L’identità”. Dopo i saluti della responsabile Associazione FDI Sonia Lombardo, sono intervenuti: Vincenzo Sofo, Europarlamentare Fratelli d’Italia; Vincenzo Quintarelli, Presidente Circolo Fratelli d’Italia Avellino “Pippo De Jorio”; Ida Santanelli, Consigliere Comunale di Sassinoro e Presidente Circolo Fratelli d’Italia Benevento “La città che sale”.

“Siamo stati un popolo di emigranti dal Nord al Sud del nostro Paese, sappiamo cosa significa fuggire dalla fame e andare in cerca di fortuna per il mondo ma sempre nel rispetto delle norme d’ingresso degli Stati ospitanti e secondo le loro convenzioni e permessi”, ha dichiarato Vincenzo Quintarelli, Presidente Circolo Fratelli d’Italia Avellino “Pippo De Jorio”. “Questo è quello che dovrebbe accadere anche oggi per i tanti che vedono nell’Italia la speranza di una vita migliore, se noi volessimo accoglierli dignitosamente ed offrirli, davvero, questo futuro migliore”.

“Questo libro parla di come gli italiani, in circa duecento anni, hanno influenzato l’Argentina; un caso unico nel mondo. Ci sono le politiche che venivano portate avanti dai governi – che si succedevano in Argentina – per poter accettarli e impiegarli”, afferma l’autore Caio Giulio Cesare Mussolini Italiani. “Attraverso le mie ricerche, ho potuto verificare che esistevano delle precise politiche per gestire questa emigrazione. L’Argentina, grande dieci volte l’Italia, nel 1820 vedeva la presenza di soltanto 600mila abitanti. Da qui la necessità di accogliere persone per lavorare. Il desiderio di scrivere quest’opera nasce dal mio legame con l’Argentina. La mia famiglia è emigrata in Argentina nel 1804 e io sono nato lì, ho vissuto lì e ho ancora tanti amici argentini”.

Caio Giulio Cesare Mussolini, 50 anni, figlio di Guido e nipote di Vittorio (secondogenito di Benito) è stato candidato alle Europee con Fratelli d’Italia nella circoscrizione Sud. L’occasione è stata propizia anche per parlare dell’attuale governo Meloni: “Sicuramente mi fa piacere, perché finalmente abbiamo un governo legittimo. Un governo che gode di una chiara maggioranza. Un ottimo inizio per i cambiamenti necessari che dovranno essere fatti in Italia”.


“Questo libro parla di come gli italiani, in circa duecento anni, hanno influenzato l’Argentina; un caso unico nel mondo. Ci sono le politiche che venivano portate avanti dai governi – che si succedevano in Argentina – per poter accettarli e impiegarli”, afferma l’autore Caio Giulio Cesare Mussolini Italiani. “Attraverso le mie ricerche, ho potuto verificare che esistevano delle precise politiche per gestire questa emigrazione. L’Argentina, grande dieci volte l’Italia, nel 1820 vedeva la presenza di soltanto 600mila abitanti. Da qui la necessità di accogliere persone per lavorare. Il desiderio di scrivere quest’opera nasce dal mio legame con l’Argentina. La mia famiglia è emigrata in Argentina nel 1804 e io sono nato lì, ho vissuto lì e ho ancora tanti amici argentini”.

Caio Giulio Cesare Mussolini, 50 anni, figlio di Guido e nipote di Vittorio (secondogenito di Benito) è stato candidato alle Europee con Fratelli d’Italia nella circoscrizione Sud. L’occasione è stata propizia anche per parlare dell’attuale governo Meloni: “Sicuramente mi fa piacere, perché finalmente abbiamo un governo legittimo. Un governo che gode di una chiara maggioranza. Un ottimo inizio per i cambiamenti necessari che dovranno essere fatti in Italia”.