Avvertimenti a mio figlio, a Roma la lezione di vita di Grazia Maria Riola al figlio Pasquale Stanislao Mancini

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La casa editrice Il Papavero protagonista a Roma.  Sarà presentato il 10 luglio il volume “Avvertimenti a mio figlio” di Grazia Maria Riola, pubblicato nella collana “Orme della Libertà” diretta da Pier Ernesto Irmici, presso sede periferica della Camera dei Deputati e della Biblioteca della Camera, a Palazzo San Macuto. Interverranno, insieme all’editrice Martina Bruno, Paolo Barelli, alla guida dei deputati di Forza Italia alla camera, Stefano Besseghini, presidente Arera, Francesca Capicotto Colicchio, avvocato, Carmine Famiglietti, vicesindaco Castel Baronia, Marco Innamorati, docente di storia della scienza all’Università Tor Vergata di Roma, Pier Ernesto irmici, direttore della collana “Orme della libertà”, Filippo Patroni Griffim giudice della Corte Costituzionale, Franco Gaetano Scoca, docente di diritto amministrativo all’Università La Sapienza di Roma. Modera Gloria Pirzio. Il volume è un vero e proprio vademecum di Grazia Maria Riola per il figlio, il grande statista irpino Pasquale Stanislao Mancini, una toccante raccolta di lettere con la prefazione del compianto giudice irpino Rocco Colicchio. “I vizi nell’uso dell’esercizio de’ pubblici uffici sono specialmente quattro: l’eccessiva lentezza, la corruzione, la superficialitá, l’ampiezza. Sono tutti egualmente da fuggire”. Così si legge nel manoscritto che Grazia Riola Mancini diede al figlio diciottenne, Pasquale Stanislao Mancini, patriota, esponente di spicco del nostro Risorgimento, più volte deputato senatore e ministro del Regno d’Italia, padre del diritto amministrativo italiano. Per ricordargli che “Niun uomo visse senza disgrazie: Ne avrai tu pure nella tua vita, figlio mio (così non fosse!) e bramo che in quei momenti terribili tu governi più saggiamente il tuo spirito. Quando si riserba l’uomo di mostrare la grandezza d’animo, se non vuol mostrarla nelle sventure?”. Il testo è un documento fondamentale per inquadrare la formazione di Pasquale Stanislao Mancini e per riflettere sul rapporto madre-figlio. “Scorrendoli, – scrive il compianto Rocco Colicchio – si ha la sensazione che essi racchiudano misteriosamente un immenso apparato del sapere umano, un corpus culturale del mondo occidentale: dalla Bibbia ai contemporanei. Uno stile che rispecchia la personalità di Grazia Maria Riola-Mancini, ovvero un modello di vita vissuta all’insegna dell’umiltà, del riserbo e della modestia. Vivere significa esplorare con curiosità il diverso e trattare con esso, confrontarsi con chi diverge negli interessi, nei gusti, nelle aspirazioni, nei valori. Vivere, significa ancora evitare rotte di collisioni ideologiche e perseguire soluzioni partecipate e condivise per raggiungere con mitezza sintesi comuni e più elevate”