Cambiamenti climatici

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Ecco perchè chiediamo perdono ai bambini

 

Quando diventiamo nonni nei nipoti, ma nei bimbi in generale, vediamo la vita che continua; sorridiamo e vorremmo per loro il mondo migliore: pieno di salute, di gioia e di serenità. Ma ci siamo chiesti che clima lasciamo loro? Il clima è un sistema complesso. Molte sono le variabili in gioco: irradianza solare, gas serra, aerosol, riflettività delle superfici, composizione dell’atmosfera, presenza di nuvole, vapore acqueo, superfici dei ghiacci, ecc. ecc. È molto difficile fare delle previsioni certe sul clima che vivranno i nostri nipoti e le future generazioni, ma lo possiamo immaginare con estrema probabilità data la stretta correlazione tra concentrazione di anidride carbonica (CO2) e riscaldamento dell’atmosfera. Il ciclo del carbonio è un ciclo naturale che coinvolge atmosfera, oceani, vulcani, foreste, giacimenti fossili, crosta terrestre, sedimenti.

         
 
In questo ciclo naturale la concentrazione di CO2 ha oscillato fra 160 a 300 parti per milione di volume (ppm) negli ultimi 425.000 anni senza mai superare le 300 ppm.
                       
 
Da due secoli però si è aggiunta l’attività umana che estraendo e bruciando le fonti fossili (carbone, petrolio e metano) sta immettendo ingenti quantità di CO2 nell’atmosfera. Tanto che nella prima metà del secolo scorso la concentrazione di CO2 ha superato le 300 ppm e in meno di un secolo ha raggiunto, in maniera esponenziale, il valore odierno


Secondo lo scienziato James Hansen tale concentrazione dovrebbe oscillare intorno alle 350 ppm se non vogliamo rischiare di vivere cambiamenti climatici pericolosi per la sopravvivenza della nostra specie. In effetti un’atmosfera più calda modifica il clima estremizzando i fenomeni meteorologici. Più si riscalda l’atmosfera e più contiene vapore acqueo. Questo significa variazione delle quantità dei tre stati dell’acqua – solido, liquido e gassoso – con conseguenza di piogge più abbondanti, inondazioni di entità maggiore e tempeste più potenti scatenate dal calore latente, inclusi i temporali, i cicloni, i tornado e le tempeste. Ma avremo anche parti del pianeta in cui aumentano la siccità, le ondate di calore e gli incendi boschivi. E poi a catena i fenomeni che già conosciamo: i ghiacciai le calotte polari e il permafrost si stanno sciogliendo, l’acidità e la temperatura degli oceani stanno aumentando, il livello del mare sale e continuerà a salire e provocherà migrazioni climatiche di milioni di persone, i fenomeni atmosferici estremi diventano sempre più frequenti e violenti provocando morti e distruzione, alcuni atolli e isole del Pacificano rischiano di scomparire, la barriera corallina sta morendo, ecc.
Nonostante tutte queste evidenze il presidente degli Stati Uniti non ammette l’esistenza dei cambiamenti climatici. Ma il quinto rapporto dell’IPCC (Gruppo intergovernativo sul cambiamento) al punto B.5, recita: “Le concentrazioni atmosferiche di anidride carbonica, metano, e protossido di azoto sono aumentate a livelli senza precedenti almeno rispetto agli ultimi 800.000 anni. La concentrazione di anidride carbonica è aumenta del 40% dall’età pre-industriale, in primo luogo per le emissioni legate all’uso dei combustibili fossili, e in seconda istanza per le emissioni nette legate al cambio di uso del suolo. L’oceano ha assorbito circa il 30% dell’anidride carbonica di origine antropogenica emessa, causando l’acidificazione degli oceani.” Pertanto è vitale non continuare a trivellare ed estrarre ulteriori fonti fossili. È di estrema importanza onorare con i fatti l’accordo di Parigi. Sbaglia enormemente il presidente degli USA che sta puntando su carbone e infrastrutture: un futuro che profuma di passato rancido. Una regressione storica, un voltafaccia repentino alla lotta contro il riscaldamento globale che toglie all’America un ruolo da protagonista sapiente. Non rispettare l’accordo di Parigi ci farà correre dei rischi che non ha nessun senso correre, perché potrebbe portarci a cambiamenti climatici insopportabili per la nostra specie. Continuando ad estrarre fonti fossili, potremmo giungere nel giro di pochi decenni ad una situazione di emergenza o peggio: ad un punto di non ritorno cui andiamo incontro al gran galoppo in una folle cavalcata che va assolutamente deviata al più presto mettendo in atto l’accordo di Parigi. Il clima cambia, ma i padroni siamo noi e quello che lasciamo in parte già lo stiamo vivendo e in parte lo possiamo immaginare con “estrema facilità”: le future generazioni rischiano di vivere momenti terribili. Papa Francesco nella LAUDATO SI’ al paragrafo 55 scrive: “Se qualcuno osservasse dall’esterno la società planetaria, si stupirebbe di fronte a un simile comportamento che a volte sembra suicida.”
Allora qual è questo mondo migliore che vorremmo per i nostri nipoti e per i bambini in generale. Adesso ci dobbiamo applicare e passare ai fatti. I colpevoli non sono “sempre gli altri”. Ognuno di noi contribuisce al riscaldamento globale. Se vogliamo bene ai nostri bambini agiamo in modo da aver cura dell’equilibrio raggiunto dalla biosfera su questo pianeta che ci ospita. Incominciamo a modificare i nostri comportamenti energetici evitando in primis lo spreco. Già sarebbe un buon primo passo. Informiamo i giovani affinché possano fare scelte consapevoli e chiediamo loro, umilmente, perdono, perché le ultime quattro generazioni di Homo sapiens hanno talmente danneggiato, sfruttato, deteriorato la biosfera che hanno superato l’inquinamento prodotto dalle 9.996 precedenti. Alligna un costume falso e irresponsabile quando si sente augurare un mondo migliore proprio da chi lo sta pesantemente e, con le conoscenze attuali anche, coscientemente inquinando. Riflettiamo, prendiamo coscienza e agiamo di conseguenza. Subito.