Cariche della polizia agli studenti a Pisa, l’indignazione di docenti e dirigenti irpini: al fianco di quei ragazzi, così si mina la democrazia

"Noi docenti resistiamo ma vogliamo chiarezza. Il ministro Piantedosi relazioni sull'accaduto"

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Amarezza e rabbia. Sono i sentimenti che esprimono con forza dirigenti scolastici, studenti e docenti irpini all’indomani delle cariche della polizia alle manifestazioni pro Palestina a a Firenze e Pisa. E’ forte l’indignazione per gli studenti delle scuole superiori presi a manganellate dalle forze dell’ordine, per bloccare i cortei. Dalle opposizioni l’annuncio di un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. La segretaria Pd Schlein avverte  “Le immagini di Pisa sono inaccettabili: studenti e studentesse intrappolati in un vicolo e caricati a manganellate dalla polizia. Presentiamo subito un’interrogazione parlamentare al ministro Piantedosi affinchè chiarisca. C’è un clima di repressione che abbiamo già contesta mercoledì scorso al ministro in Palamento. Difendiamo la libertà di manifestare pacificamente”. Piena condanna anche dal Movimento 5 stelle. Per il leader Giuseppe Conte “sono immagini preoccupanti, non degne del nostro Paese. Non può essere questa la risposta dello Stato al dissenso”. La Lega con una nota ha invece sottolineato la sua solidarietà alle forze dell’ordine.

Ieri sera, intanto, la risposta più bella è arrivata da piazza dei Cavalieri a Pisa gremita di giovani per testimoniare la piena solidarietà ai giovani manifestanti. Un’immagine diventata virale sui social

A sottolineare la necessita di far sentire la propria voce Luisa Bocciero, docente del liceo Virgilio “I fatti di Pisa stanno facendo rumore, ma sappiamo bene che il rischio e’ che questo divenga un rumore di fondo, di cui non ci si accorge nemmeno più. Sta di fatto che alcune considerazioni siano importanti da farsi ora, prima che l’onda di sdegno venga travolta dall’ ultima trovata di distrazione di massa.
1) La questione palestinese sta a cuore ai giovani, non e’ più soltanto una bandiera politica (del resto non tutta la sinistra vede con simpatia le rivendicazioni del popolo palestinese, siamo seri…). Per questo costituisce un problema per un governo che ha fatto altre scelte.
2) Questa classe politica e questo tipo di governo non sono in grado di dialogare con i giovani, che sono meno ignoranti, meno bolliti dai social e meno in vendita di quanto si fosse sperato;
3) Gran parte della propaganda di governo mira a titillare il revanchismo di un elettorato adulto immiserito dalla crisi, ma incapace di ribellarsi, concentrato nello sforzo di apparire meno perdente e migliore di qualcun Altro.
Perciò i giovani vanno manganellati, derisi, inferiorizzati e al popolo si devono raccontare storie spaventose, tipo che il corteo aveva intenzione di mettere a ferro e fuoco la sinagoga e forse, strada facendo, di spaccare vetrine e stuprare vecchiette, approfittando dell’ inevitabile presenza nel mucchio di immigrati irregolari e pericolosi terroristi. Per inciso, l’attuale Questore di Pisa, dott. Salvo, era vicequestore a Genova durante il G8. Noi docenti resistiamo con i nostri alunni, che desideriamo formare come cittadini attivi e uomini liberi. E siamo certi che non e’ tutto perduto, se ancora ci sono giovani che non si rassegnano a un Pensiero Unico e alla rinuncia alla lotta civile. Siamo fieri di essere dalla loro parte e siamo certi che non si lasceranno né intimidire né imbrogliare. La piazza civile di Pisa ieri sera dice più di mille parole. Sarebbe bello che il messaggio arrivasse a chi sostiene di avere i numeri e le risorse culturali per governare, ma il dubbio resta forte”

Ad esprimere la propria indignazione la Flc Cgil Avellino, guidata dalla segretaria Erika Picariello: “Siamo al fianco delle studentesse e degli studenti aggrediti immotivatamente dalle forze di polizia ieri, delle famiglie che sono scese in piazza ieri sera a loro sostegno.
Rivendichiamo tutti il diritto ad esprimere il nostri pensiero nelle forme e nei modi che la nostra Costituzione garantisce. Come persone di scuola e del mondo della conoscenza pensiamo che sia un nostro dovere essere d’esempio anche nell’educare studentesse e studenti alla partecipazione democratica soprattutto in un momento in cui i luoghi della partecipazione democratica appaiono abbandonati e lo spazio pubblico rivendicativo ristretto sulla scia della retorica di una presunta inutilità’.Non lo pensiamo e non lo accetteremo mai.
Aggiungo, e non è un paragone ma una ferita aperta, che fa assai male ancora e lo farà sempre il ricordo della sospensione dello stato di diritto nella scuola Diaz e della caserma di Bolzaneto. Dobbiamo essere tutti impegnati ad evitare che tragiche pagine si riaprano.
Chi dirige i reparti, la linea di comando in generale, hanno la responsabilità di quei ragazzi e del clima che messaggi errati e che l’attuale clima politico ,in generale (o ingenerato), potrebbero creare in quei luoghi, luoghi di lavoro della repubblica italiana.
E chi ha manganellato deve capire che ha sbagliato.
Dobbiamo poter avere fiducia nelle forze dell’ordine, sempre, non paura.
Stato di diritto e non stato di polizia e’ la nostra Repubblica democratica fondata sul lavoro. Perciò ci associamo come FLC CGIL Avellino e FLC CGIL Campania alle richieste della nostra Segretaria Generale Gianna Fracassi : il Governo deve una risposta chiara alle cittadine e ai cittadini in merito ai fatti di Pisa”.

A sottolineare come si tratti di una pagina buia per la democrazia la docente del liceo Mancini di Avellino Margherita Faia: “Le immagini di violenza viste a Pisa lasciano basiti, e nell’ animo si alternano sentimenti di sconcerto, preoccupazione, sconforto, disorientamento. Le istituzioni italiane tutte quotidianamente devono impegnarsi ad essere esempio di democrazia, dialettica politica e sociale costruttiva, terra di dialogo, di confronto. Ai miei alunni cerco di comunicare e trasmettere sempre questi valori sacrosanti per percepire la collettività nella giusta dimensione di una relazione etica e civile proficua. Quello di Pisa era un corteo pacifico dove c’erano degli studenti inermi che esprimevano la loro opinione. La libertà di espressione del pensiero va sempre rispettata, perché è parte fondamentale della nostra Costituzione, che la promuove e la garantisce. Mi piace citare Piero Calamandrei: “Solo la legalità assicura, nel modo meno imperfetto possibile, quella certezza del diritto senza la quale praticamente non può sussistere libertà politica”.

La professoressa Rosa Cassese, dirigente dell’istituto onnicomprensivo di Lacedonia spiega “E’ assurdo che sia impedita nel nostro paese la libera manifestazione del pensiero, mi chiedo cosa sia rimasto di democratico nel nostro Stato. E’ inaccettabile che non si tolleri il dissenso nei confronti della linea ufficiale del governo su determinate tematiche come la guerra tra isrealiani e palestinesi. Di fronte a episodi come questo viene da pensare che Genova non ci abbia insegnato nulla. Ci troviamo di fronte a un vero allarme democratico. Ecco perchè dobbiamo far sentire la nostra voce per risvegliare le coscienze di tutti. Dobbiamo difendere uno dei principi cardine della Costituzione, il diritto a manifestare il nostro pensiero”.

“Ai nostri giovani è vietato di manifestare a sostegno del popolo palestinese e ai palestinesi è vietato vivere liber” spiega la docente Rita Nicastro e ricorda la manifestazione per la pace in programma questo pomeriggio, alle 18, quella che sarà l’occasione anche per rivendicare il diritto di scendere in piazza per far sentire la propria voce. Il concentramento è in piazza Duomo con arrivo presso la chiesa di San Ciro

Roberto Montefusco di Sinistra Italiana cita De Gregori e ribadisce la propria vicinanza a quegli studenti caricati dalle forze di polizia “L’Italia con gli occhi aperti nella notte triste. Viva l’Italia, l’Italia che resiste”