Comuni sciolti per mafia, il dossier: la Campania è la seconda regione con 118 amministrazioni coinvolte

Si chiama "La Linea della palma" il nuovo dossier di Avviso Pubblico sui Comuni sciolti per mafia, presentato oggi, venerdì 17 novembre presso il Centro di residenza universitaria di Bertinoro

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Si chiama “La Linea della palma” il nuovo dossier di Avviso Pubblico sui Comuni sciolti per mafia, presentato oggi, venerdì 17 novembre presso il Centro di residenza universitaria di Bertinoro, in occasione dell’apertura della prima Scuola di formazione politica “Amministratori consapevoli” rivolta ad amministratori locali e aspiranti tali ideata insieme alla Fondazione Scintille di Futuro presieduta dall’ex presidente del Senato Pietro Grasso.

Secondo i dati raccolti, dal 1° gennaio 2022 al 30 settembre 2023 sono stati 18 gli Enti locali sciolti per mafia in tutto il territorio nazionale, ovvero una media di uno scioglimento al mese. Un dato inquietante che conferma il trend degli ultimi trentadue anni. Infatti, dal 1991 al 30 settembre 2023 sono stati 383 i decreti di scioglimento in ben 11 regioni (13 se consideriamo le archiviazioni), di cui sei collocate nell’area centro settentrionale del Paese.

280 hanno riguardato consigli comunali, in cui sono coinvolti sindaci, assessori, consiglieri e dipendenti della Pubblica amministrazione e in 6 casi ad essere commissariate sono state Aziende Sanitarie Provinciali.

Ad aggravare il quadro c’è da considerare che 76 Amministrazioni hanno subito più di uno scioglimento: 56 enti sono stati sciolti due volte, 19 tre volte e un comune addirittura 4 volte. Sintomo di un’infezione dura da curare, che dimostra il grado di pervasività e aggressività delle organizzazioni criminali, che non si limita ai comuni, ma che colpisce anche il settore sanitario pubblico.

La Campania è la seconda regione per Enti locali sciolti per mafia con 118 amministrazioni coinvolte, 29 delle quali sono state commissariate almeno due volte. Mentre negli ultimi diciotto mesi sono stati 4 i comuni sottoposti ad amministrazione straordinaria: Castellammare di Stabia, San Giuseppe Vesuviano e Torre Annunziata. «Il primo scioglimento di Casal di Principe è stato nel 1991: ero consigliere di opposizione e mi arriva una nota dei carabinieri – spiega Renato Natale, sindaco di Casal di Principe e Vicepresidente di Avviso Pubblico -.

Poi il consiglio comunale è stato sciolto altre due volte nel corso degli anni. E questo ha determinato tutta una serie di problemi perché è una sospensione della democrazia e perché una gestione commissariale non è mai una gestione che riesca a farsi carico fino in fondo realmente dei problemi. E inoltre tutte le difficoltà non vengono risolte nei due anni di amministrazione straordinaria. Quando sono rientrato nel 2014 come amministratore, ho dovuto lavorare per ridare un minimo di correttezza amministrativa.»

«Oggi per Casal di Principe è tutto superato – conclude il sindaco Natale -, però vedere che ancora ci sono molti comuni sciolti perché c’è un inquinamento, come successo recentemente al vicino Comune di Caivano, significa che la criminalità organizzata è tutt’altro che un fenomeno superato, confinato in un passato fatto di sparatorie e morti ammazzati e di stragi. Ma invece, in modo diverso, in modo più soft le mafie continuano ad essere presenti nella Pubblica amministrazione con la capacità di influenzare le scelte e di arricchirsi utilizzando gli strumenti dell’amministrazione pubblica. E questo ovviamente dimostra che c’è una classe politica e amministrativa non sempre all’altezza di difendere l’ente pubblico, le comunità, dalle presenze criminali. Bisogna perciò tenere alta la guardia con l’aiuto della società civile e di associazioni che sul territorio lavorano in questo senso.»