Denso, lavoratori scendono in piazza e chiedono un tavolo istituzionale: “Non si sta rispettando l’accordo di garanzia”

I lavoratori scesi in piazza questa mattina chiedono aiuto alle istituzioni per tutelare il posto di lavoro e le loro famiglie

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Lo scorso 14 giugno, le parti interessate finalmente avevano raggiunto un accordo. Accordo sottoscritto tra sindacati, operai e azienda. L’incontro avvenuto nella sede di Confindustria Avellino, era durato qualche ora, con non poche tensioni tra le parti.

Oggi però, i lavoratori hanno deciso di scendere di nuovo in piazza, perché ritengono che i termini inseriti nell’accordo non siano stati rispettati dall’azienda. Favorendo in questo mese, l’inserimento di altri lavoratori interinali.
Ad oggi è trascorso più di un mese da quando si è andati anche a Confindustria, per la vertenza dei precari della Denso.

A spiegare nel dettaglio, gli ultimi eventi dal giorno dell’accordo è Pasquale Picariello, operaio Manpower, in attesa di essere reintegrato alla Denso.Pasquale Picariello
Purtroppo sostanzialmente non è cambiato nulla – afferma Picariello – Non si è vista nessuna novità in fabbrica per quanto riguarda il nostro reintegro. Noi siamo qua per controbattere alle dichiarazioni dei due sindacati che sono uscite in questi giorni. Noi avevamo accettato questo accordo con delle aspettative, che invece non sono arrivate , ma anzi si è verificato il contrario. Nel senso che, dovevamo aspettare 6 mesi per quanto riguardava il contesto delle uscite, dei lavoratori prossimi alla pensione. A noi, invece avevano detto che dal primo maggio, già c’erano due persone in uscita e che aspettavano il terzo. E quindi la possibilità del turnover. Ma in un mese non si è verificato tutto ciò.
Per quanto riguarda gli incentivi alle uscite – continua Picariello – non se n’è parlato. E per quanto riguarda la mobilità, non sapevamo proprio niente di questa soluzione. Quindi ci troviamo spiazzati, rispetto a quello che era stato detto nella sede di Confindustria. Noi sapevamo proprio tutt’altro di questa cosa. Sapevamo che si sarebbero impegnati in tempi rapidi per il nostro reinserimento, con la possibilità di questi lavoratori individuati che vanno in pensione. Avevamo anche chiesto di essere aggiornati di volta in volta, qui oggi si parla di 6 mesi. Questi tempi più lunghi non li avevano indicati assolutamente.

Oggi siamo 21 lavoratori in questa condizione precaria. Da lontano 2015 e fino al 2018 eravamo partiti in 18 nel 2015, firmando un contratto indeterminato, assicurandoci che successivamente saremmo stati stabilizzati. Presentandoci un contratto di staff leasing, e poi dopo un mese si è verificato che hanno assunto 18 persone che non facevano parte di questo contesto, direttamente a tempo indeterminato. Quindi noi siamo arrabbiati, per tutte queste cose, però poi ci abbiamo messo una mano sopra, perché ci hanno rassicurato, che appena si sarebbe riprenso il lavoro dovevamo essere i primi a scendere a lavorare. Si è verificato che non è stato interpellato nessuno di noi della Manpower, e sono scese altre persone a lavorare direttamente con la Manpower. Per questo siamo andati da Confindustria a ribadire questa cosa, di nuovi lavoratori che stanno lavorando. I sindacati avevano assicurato, che non sarebbe mai successo. E qualora fosse capitata una cosa del genere, si sarebbero posizionati davanti ai cancelli dell’azienda Denso con gazebi, per protesta. Ma no n è stato vidu, se non ci fossimo mossi noi, andandolo a ribadire tutto taceva. Non sappiamo veramente più come fare. Chiediamo – conclude Picariello- un tavolo istituzionale, con il sindaco, il Prefetto, il presidente della provincia, ed il Vescovo . A chiunque possa darci una mano a risolvere questa difficoltà”.

I lavoratori scesi in piazza questa mattina chiedono aiuto alle istituzioni per tutelare loro e le famiglie. Molti di loro in questi anni, sicuri che la situazione sarebbe cambiata con risvolti positivi, si è creato una famiglia, hanno avuto dei figli, hanno acceso mutui. Adesso sono esasperati!Sergio Trezza denso

A condividere le parole di Picariello, anche Sergio Trezza aggiunge
Noi abbiamo sempre seguito il sindacato. Mercoledì, ho sentito le dichiarazioni di Altieri, che parlava di mobilità. Ma la mobilità, è altra cosa rispetto all’accordo siglato il 14 giugno 2023. Il 14 giugno, nell’accordo si parla di una proposta che dice, ogni tre persone viene assunto un operaio. Se però, non si mette nelle condizioni con qualche incentivo, l’operaio della Denso prossimo al pensionamento, e ribadisco l’azienda non offre una proposta, o un incentivo economico che lo accompagna alla pensione, perché l’operaio dovrebbe uscire prima e rimetterci anche parte del salario, ma anche a livello contributivo? Quindi – chiosa Trezza – rimane l’accordo, ma deve essere fatta una proposta economica dall’azienda, per creare in tempi brevi il turnover degli operai. Lacon gli interinalu, non potrà essere mai attivata, quindi per me, e lo dico pubblicamente , questo è stato un licenziamento dolce, e ci hanno accompagnato elegantemente al licenziamento. Perché altrimenti, la dichiarazione di Altieri di mercoledì, non la capisco. Che c’entra la mobilità, e fare un sit in ogni sei mesi. È una presa in giro, in ogni senso.
Noi dalla prossima settimana, ci impegneremo a chiedere un incontro con il sindaco, il prefetto ed il Vescovo”.

Durante il sit-in in piazza, i lavoratori decidono di raggiurare stesso in mattinata, il palazzo vescovile situato ai lati della piazza a due passi, e di richiedere un incontro con il Vescovo Aiello.
Sul posto, all’esterno incontrano il Vicario Pasquale Iannuzzo, che ascolta le parole dei lavoratori, e li conforta rassicurandoli che avranno un incontro programmato con il Vescovo Aiello. Infatti, il Vescovo Aiello in giornata ha già dato risposta e comunicato ai lavoratori di volerli incontrare lunedì mattina in sede.

 

Intanto, l’intervista alla quale fanno riferimento i lavoratori, del segretario Altieri, (Uilm) dichiarava : “Noi siamo ancora fiduciosi. L’accordo darà i suoi frutti nel tempo e andrà verificato con cadenza semestrale. Quindi, ad ottobre o a novembre, si verranno a creare le condizioni, e credo che l’azienda manterrà l’impegno perché ci sono persone che hanno la volontà di aderire ad un accordo di mobilità incentivata. Da ora a tre anni, saranno più di 70, le persone che avranno più di 62 anni, e potrebbero quindi maturare i requisiti per la pensione. L’azienda si è impegnata a mettere sul tavolo, nero su bianco le indicazioni per favorire il turnover”.

Cosa era successo lo scorso 14 giugno nell’incontro in Confindustria?

Al termine dell’incontro in Confindustria tenutosi lo scorso 14 giugno, appena terminato il tavolo, Zaolino dichiarava : “Siamo riusciti a sottoscrivere un “accordo di garanzia”
Due giorni fa, c’era stato un sit in di protesta davanti ai cancelli della Denso Thermal System S.p.a. Protesta degli 11 lavoratori che avevano un contratto con la Mainpower, e poi revocato ad ottobre. I lavoratori avevano avuto la proposta di poter restare a patto di accettare un contratto di lavoro, però a condizioni economiche più basse. Una parte dei lavoratori, in totale 12, hanno accettato queste condizioni contrattuali, rientrando nel mese di marzo. Mentre i restanti 11 lavoratori, avevano deciso di non accettare queste condizioni, e quasi costretti, per l’offerta poco vantaggiosa economicamente, a firmare il licenziamento almeno per richiedere la Naspi. Molti di loro sono persone, con famiglie a carico e monoreddito, l’offerta che hanno rifiutato non avrebbe garantito neanche il minimo per sopravvivere dignitosamente alle loro famiglie.
Sicuri, che dopo questo periodo di Naspi, (almeno quanto era emerso da accordi verbali) l’azienda alle prime assunzioni avrebbe preferito già ex lavoratori a nuovi assunti senza esperienza. E quindi, loro ad essere chiamati per primi. Purtroppo non è andata così, e sono ancora oggi in attesa di una chiamata, nonostante, ci siano state nel tempo delle successive assunzioni di personale”.

All’incontro dello scorso giugno, nella sede della Confindustria erano presenti i vari rappresentanti sindacali, una delegazione di lavoratori, il presidente Confindustria e i rappresentanti dell’azienda .