Donatella De Bartolomeis ricorda Zavoli

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Non aveva nascosto il proprio imbarazzo per un paese che continua a investire poco sulla cultura il giornalista Sergio Zavoli, ospite il 25 maggio del 2015 alla Fiera del Libro di Atripalda, della casa editrice Il Papavero di Donatella De Bartolomeis e della rivista Abellinum diretta da Cesare De Pasquale. Punto di partenza del confronto il caso dell’istituto Italiano Studi Filosofici, a partire da quei trecentomila volumi che facevano fatica a trovare un luogo che li accogliesse. «Quando i nostri politici ci dicono che con la cultura non si mangia è evidente che non siamo il Paese che pensavamo di essere – aveva sottolineato Zavoli – Il caso dei 300mila volumi del professore Marotta abbandonati destinati a diventare rifiuti se non si interviene è una tragedia non solo napoletana ma di tutti, una tragedia del mondo intero».  Quindi l’appello rivolto agli studenti a “leggere più libri che potete” e l’invito a a confrontarsi con la diversità «poichè basta guardarvi intorno nelle campagne per ammirare la biodiversità, la varietà di piante e fiori e questo, tanto più vale per l’uomo che da solo, non può fare nulla.  Dobbiamo imparare a comprendere la ragione dell’altro». A discutere con lui nel corso di quell’incontro l’avvocato Gerardo Marotta, Renato Parascandolo, docente all’Università La Sapienza di Roma e il direttore del Quotidiano Gianni Festa. Grande la commozione dell’editore Donatella De Bartolomeis: “Ho appreso solo ora della scomparsa di Sergio Zavoli, anche se il termine scomparsa è del tutto inadeguato, in quanto persone come lui non scompariranno mai. Sono destinate a lasciare un segno indelebile nella cultura nazionale ma anche in Irpinia. Ricordo che  accetto’ il confronto con i nostri giovani nell’ ambito della fiera del libro esclusivamente per amore della cultura e delle nuove generazioni. Affiancò Marotta nella sua battaglia per salvare la biblioteca filosofica e nelle sue parole si percepiva tutto il dolore e lo sconforto nel trovarsi davanti a un paese che non trova spazio per i libri, per la cultura. Il mio pensiero va a lui ma anche al Marotta e al professore Masullo che tanto si sono spesi per amore della cultura. E con il mio pensiero la mia gratitudine”.