Emergenza scuole, il dramma degli edifici non a norma

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I recenti crolli di solaio verificatisi in un istituto scolastico di Angri,
con la conseguente chiusura di un intero piano del Profagri con ordinanza
sindacale, i cedimenti nel cortile del Liceo Tasso di Salerno o nell’Aula
Magna del Liceo Galilei Galilei, le criticità in numerose scuole di Scafati
e Cava de Tirreni, ripropongono con estrema gravità il problema delle
condizioni in cui versano tante scuole in provincia di Salerno.

Da un lato moltissimi istituti versano in condizioni di grave rischio:
statico, per la vetustà delle costruzioni (in molti casi risalenti
addirittura al periodo precedente la seconda guerra mondiale); sismico,
insistendo una buona maggioranza dei plessi in zone a rischio e non in
regola con le norme antisismiche; idrogeologico, essendovi ancora scuole in
zone ritenute a rischio alluvionale, vulcanico o franoso.

A fronte di una così diffusa e palese situazione di rischio, non si può
denunciare un pericolo ancor più grave che minaccia la sicurezza dei
bambini e dei ragazzi che frequentano questi istituti: l’inefficacia e
l’inefficienza della politica e della macchina burocratica.

I finanziamenti per ovviare almeno alle situazioni di pericolo più grave (e
rendere quanto meno decorosi i plessi in cattivo stato di manutenzione), in
molti casi sono disponibili, ma rimangono arenati per anni o addirittura
per decenni in procedure autorizzative e giri di carte, fuori da ogni
logica e comprensione. Esistono finanche strumenti innovativi che,
coinvolgendo capitali privati, potrebbero integrare la riqualificazione
delle scuole con l’apertura di nuovi spazi per la socializzazione, lo
svago, il perfezionamento (o anche il recupero per i ragazzi che hanno
maturato debiti formativi). Eppure, si continuano a registrare annunci,
proclami, promesse, “accordi di programma”, se che ne conseguano mai azioni
conseguenti e risolutive.

Gli esempi emblematici purtroppo non mancano. Due anni fa la Legge di
bilancio (n. 232 del 2016) destinò alle scuole salernitane 35 milioni di
euro per il solo adeguamento antisismico di una ventina di plessi.

Non risulta, allo stato, che uno solo dei cantieri sia stato aperto. Delle
due l’una: o siamo in presenza dell’ennesimo intervento pianificato senza
adeguata e reale copertura finanziaria, oppure la mala burocrazia ha
bloccato tutto nel cassetto di un qualche funzionario di chissà quale
ufficio.

È evidente che quando in ballo c’è la sicurezza dei nostri ragazzi e dei
nostri figli, occorre – s’impone! – uno scatto ancor più energico di
orgoglio e di responsabilità, evitando vacui proclami ed irresponsabili
scaricabarile.

Auspichiamo che la gravità della situazione determini un sollecito
intervento del Prefetto affinché si attivi una unità di monitoraggio, in
prefettura, che proceda sollecitamente alla verifica delle condizioni di
sicurezza delle scuole di ogni ordine e grado, e, nel contempo, verifichi
la disponibilità di risorse e coperture finanziarie per l’attivazione
immediata degli interventi più urgenti. E laddove si registrano sacche di
inefficienza e mala burocrazia, intervenga con forza, sanzionando uffici e
funzionari preposti.

È tempo di affrontare i problemi con realismo, concretezza, efficacia,
serietà e responsabilità. Perché in troppi casi a far danni – più del
rischio sismico, più del dissesto, più del pericolo crolli – sono i “fake
annunci”, la mala burocrazia, l’inefficienza e la cattiva politica.