Gargani: con la vittoria della Destra è nata la Seconda Repubblica. La sfida è ricostruire il centro

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“Questa volta è nata davvero la seconda Repubblica perché il risultato elettorale delle elezioni del 25 settembre è in contraddizione con tutta la cultura politica dominante dal 1948”. Lo sottolinea Giuseppe Gargani nel presentare al de la Ville il suo volume “Infine…la seconda repubblica! Le elezioni politiche del 2022 e quelle del 1948”, a cura di Francesca Vidoni. “Nelle alterne vicende berlusconiane dal 1994 – spiega Gargani – i risultati elettorali sono stati una variazione sul tema ma non hanno mai segnato una discontinuità vistosa nonostante la rivoluzione civile promossa da Silvio Berlusconi. Le alleanze sono state sempre in qualche modo coerenti con le prevalenti posizioni di centro. La vittoria del movimento fratelli d’Italia, o meglio di Giorgia Meloni, porta per la prima volta la destra, che si può qualificare come si vuole, alla maggioranza relativa, è il segno di un cambiamento netto rispetto a tutta la lunga fase del dopoguerra. Ed è chiaro che se non si costruisce una cultura di centro nel segno dei valori dei cattolici vincerà sempre la destra. Nel Pd non c’è mai stata una posizione di centro, ha prevalso sempre l’ala degli ex comunisti. Senza dimenticare che ci troviamo in presenza di una legge elettorale che è una truffa, poichè consente a una coalizione che non funziona di governare, una legge elettorale ha distrutto il sistema politico, facendo prevalere il personalismo, a partire da Berlusconi. Oggi paghiamo il prezzo della perdita dei partiti che sono la struttura portante della Repubblica. Il terzo polo ha rappresentato un tentativo coraggioso di insinuarsi tra una destra forte e una sinistra debole. Un impegno che deve essere alimentato. Di qui l’appello a coloro che hanno valori comuni a ritrovarsi”. E’ Ettore Rosato a sottolineare come “A governare il paese è oggi una maggioranza forte, guidata dal blocco granitico di Fratelli d’Italia. Ecco perchè diventa importante sfruttare il tempo in cui la destra resterà al governo per formulare una proposta diversa che dia voce a quegli elettori che non trovano casa e che non si riconoscono negli schieramenti in campo. L’ultima campagna elettorale si è giocata sulla radicalità. Mentre oggi è il tempo di ricucire. Ed è chiaro che lo strumento della Federazione è ormai obsoleto. Se il terzo Polo vuole affermarsi deve nascere con forti radici, come quella liberale e rifomista ma anche con una forte proposta politica che guardi agli interessi di tutti. I partiti devono ritrovare la loro identità”. Spiega come “non avrebbe alcun senso un’unica ammucchiata per fare opposizione, sarebbe solo un cemento alla maggioranza. Dobbiamo cercare di aiutare il governo a fare le cose meglio di come le sta facendo”. Dall’incontro è emerso che il risultato elettorale dimostra in maniera concreta che siamo in presenza di una destra molto caratterizzata e attiva e una “sinistra“ incerta e timida e che entrambe hanno perduto l’apporto del centro.  A confrontarsi con Gargani nel dibattito, moderati dal giornalista Norberto Vitale, Modestino Acone, Giuseppe De Mita, Rossella D’Avanzo, Toni Ricciardi, Ettore Rosato, Giuseppe Vecchione. E’ Ricciardi a sottolineare la necessità di dare una svolta al Pd, spiegando come “Un partito che si dichiara riformista come il Pd non può che essere innovatore. Il Partito Democratico deve essere il perno di una nuova coalizione di centrosinistra in grado di essere alternativa e battere la destra”.  L’incontro è stata anche l’occasione per presentare “Il migliore dei mondi possibili”, di Amerigo Festa con la prefazione di Giuseppe Gargani.