Gdf Avellino: maxi evasione per 4 milioni, denunciato rappresentante legale di due imprese

I finanzieri della Tenenza di Sant’Angelo dei Lombardi, diretti dal Sottotenente Claudio Nuzzo, hanno accertato che i soggetti sottoposti ad attività ispettiva avrebbero utilizzato fatture per operazioni inesistenti per oltre 3.000.000 di Euro

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Guardia di Finanza di Avellino: nel corso di una attività ispettiva di natura fiscale, dopo una mirata attività di analisi e approfondimento per intercettare i soggetti economici a più alto rischio di frode, sono emerse forti criticità sulla bontà di rapporti commerciali intrattenuti da due imprese aventi sede nell’Alta Irpinia, riconducibili allo stesso soggetto e operanti nel settore della fabbricazione di apparecchiature per il controllo elettrico.

I finanzieri della Tenenza di Sant’Angelo dei Lombardi, diretti dal Sottotenente Claudio Nuzzo, hanno accertato che i soggetti sottoposti ad attività ispettiva avrebbero utilizzato fatture per operazioni inesistenti per oltre 3.000.000 di Euro, ed Iva per € 728.606,58.
Operazioni che hanno permesso alle imprese verificate di contabilizzare costi “fittizi”, permettendo così di abbattere l’imponibile da sottoporre a tassazione e di dichiarare un credito IVA non spettante.

Sono stati, inoltre, scoperti maggiori ricavi sottratti a tassazione pari ad € 248.230,52 e iva € 54.610,00, nonché un maggior valore della produzione netta ai fini dell’Imposta Regionale sulle Attività Produttive per oltre 3.000.000 di Euro.
Il titolare delle imprese verificate è stato segnalato all’Autorità Giudiziaria per il reato di dichiarazione fraudolenta mediante utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e per il reato di dichiarazione infedele.

L’operazione conseguita dalle Fiamme Gialle altirpine, si inserisce nel più ampio e articolato dispositivo della Guardia di Finanza di Avellino per rafforzare il contrasto all’evasione fiscale che costituisce un grave ostacolo allo sviluppo economico perché distorce la concorrenza e l’allocazione delle risorse, mina il rapporto di fiducia tra cittadini e Stato e penalizza l’equità, sottraendo spazi di intervento a favore delle fasce sociali più deboli.