Gestione idrica, Petitto contesta le delibere regionali sul sistema di “Adduzione primaria”

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Con una interrogazione depositata questa mattina al protocollo della Regione Campania, il consigliere regionale Livio Petitto chiede chiarimenti urgenti rispetto alla legittimità della DGR N.433 del 03/08/2022 “Istituzione del sistema della grande adduzione primaria di interesse regionale (GRA)” e successive DGR N.465 del 6/09/2022 e n.312 del 31/05/2023.

 

Nello specifico il capogruppo in Campania di “Moderati e Riformisti” chiede lumi rispetto a quello che appare chiaramente come un mancato rispetto degli obblighi imposti dagli organi competenti e dalle normative vigenti in materia di gestione delle risorse idriche. Ciò anche in relazione alla salvaguardia della gestione pubblica della risorsa acqua.

 

L’articolo 89 del D.lgs. 112/98 dispone l’attribuzione alle Regioni delle competenze tra l’altro relative alle derivazioni di acqua pubblica solo a determinate condizioni- ricorda Petitto- Il sistema di Grande Adduzione Primaria di interesse regionale avviato dalla Giunta De Luca, dispone ambiguamente l’acquisizione al Demanio Idrico regionale delle opere connesse all’impianto di sollevamento di Cassano Irpino, e di alcuni tratti di acquedotto, attualmente gestiti dalla Società̀ Alto Calore Servizi con i relativi serbatoi e gli Acquedotti della Normalizzazione, Ramo Orientale e Ramo Centrale, da essi alimentati.

Al comma 3 del medesimo articolo viene testualmente indicato che “Fino alla adozione di apposito accordo di programma per la definizione del bilancio idrico, le funzioni sono esercitate dallo Stato, d’intesa con le regioni interessate, nei casi in cui il fabbisogno comporti il trasferimento di acqua tra regioni diverse e ciò travalichi i comprensori di riferimento dei bacini idrografici”.

 

In parole più semplici- chiarisce il consigliere regionale- allo stato alla Regione Campania, che non detiene alcuna concessione alla derivazione idrica, non può essere attribuita nessuna titolarità relativamente alle concessioni in atto rilasciate agli enti acquedottistici per l’utilizzazione a scopo potabile delle sorgenti di Cassano Irpino e della sorgente Baiardo. Di qui l’illegittima degli atti prodotti che tra l’altro, puntano alla costituzione di una S.p.A. mista pubblico-privato che spianerebbe la strada ad un processo di privatizzazione delle fonti idriche, con un potenziale rischio di alterare l’attuale equilibrio idrogeologico degli acquiferi superficiali e sotterranei presenti nella Provincia di Avellino.

 

L’auspicio- conclude Petitto- è che la giunta torni immediatamente sui propri passi, altrimenti sono pronto a mettere in atto tutte iniziative necessarie per bloccare questo ennesimo tentativo di metter le mani sulle nostre risorse, coinvolgendo anche il Governo centrale”.