Giù le mani dal Centro di Valle 

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Puzza di bruciato questa vicenda del centro autismo di Valle. Cerchiamo di capire. Intanto la novità è che non c’è una novità. Basta scorrere le collezioni dei giornali degli ultimi cinque anni, dal Corriere al Quotidiano del Sud, per rendersi conto che le cose hanno semplicemente il sapore del vecchio. Perché di questo si tratta. Che la delibera sulla proprietà del suolo, e l’accordo intervenuto tra Comune e proprietario, fosse già nota lo si evince, oltretutto, da un tavolo convocato presso la Prefettura di Avellino circa tre anni fa. In quella sede fu affrontato, tra le altre cose, il tema della proprietà del suolo. Che il Comune si fosse attivato per definire l’accordo è stato più volte ribadito dal sindaco Foti nelle sue esternazioni, anche recenti. E allora? Qui torna la puzza di bruciato.
E questo senza voler scomodare le rassegne stampa almeno degli ultimi tre anni. La novità, invece, è che dietro questa pretesa sensazionale scoperta si nasconde un’altra mostruosità per rinviare l’apertura del centro autistico di Valle. C’è un proverbio che recita: se non puoi sconfiggere il tuo avversario, alleati con lui. E così sulla cura dell’autismo alcuni dicono che starebbe per profilarsi un accordo tra centri privati che garantiscono l’assistenza nei vari settori della disabilità e della riabilitazione e qualche associazione che, pur battendosi strenuamente per l’apertura del centro, non riuscendovi, ha pensato di allearsi con il concorrente. Tutto qui. Ma tutto questo appartiene solo ad un compromesso sulla pelle dei pazienti. Per i quali Elvira Lenzi, già consigliere comunale, e protagonista dell’iniziativa, un decennio fa, per la costruzione di un centro a favore dei pazienti affetti dall’autismo, si era spesa non poco prima di una volontaria emarginazione. In realtà stenta a farsi strada la ragione per cui il centro autistico di Valle, essendo pubblico, deve rivolgersi a tutti coloro che ne hanno bisogno, in particolare agli ultimi. Qualsiasi altra destinazione, o tentativi di accaparrarsene la gestione, non sarebbe compresa e diventerebbe offensiva anche per le tante famiglie di soggetti autistici che generosamente da anni, e con esborsi significativi, sono costrette ad assicurarsi assistenza in centri privati fuori provincia. Ma ci chiediamo: perché solo oggi tanto rumore per niente, mentre con i fondi stanziati dalla Regione si profilano nuovi centri per l’assistenza degli autistici? Questione di business? Sarebbe vergognoso? Malapolitica in campo? Se così, spetterebbe a chi indaga sul malaffare dare una risposta. Una sola certezza: la prima pietra per la costruzione del centro autistico di Valle fu messa nel lontano 2007. In questi anni il centro è stato costruito e per ultimarlo basterebbero pochi spiccioli. Ma proprio in questi anni altri centri privati hanno avuto la meglio, grazie all’inattività del centro di Valle. A questo punto a noi sembra tutto chiaro. Chi è contro l’apertura del centro di Valle, chi si vuole garantire la gestione, e con quali alleanze e quanto ancora di maleodorante c’è in questa amara vicenda che si sta consumando su una tragedia umana. A noi non resta che riaffermare un diritto: il centro per la lotta all’autismo di Valle è pubblico, è al servizio di tutti i bisognosi. Degli ultimi in particolare. Chi viola questa regola ha solo le mani sporche.

edito dal Quotidiano del Sud

di Gianni Festa