In migliaia per Silvestri alla Ferrovia, la magia di un cantautore che sa ancora parlare al nostro tempo

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Daniele Silvestri, protagonista di un bellissimo concerto nell’ambito dell’Avellino Summer Festival alla Ferrovia, è l’artista di spessore che ti aspetti e anche di più. Davanti a una folla incredibile, canta, ora al piano, ora imbracciando la sua chitarra, si racconta, parla del mondo di oggi, tra desiderio di guardarsi dentro, guerre senza fine “che vanno avanti da così tanto tempo che finiamo per dimenticarle e bambini che giocano con bombe che costruiamo noi” e mancanza di giustizia, ci ricorda che dovremmo abbattere muri o barriere, che è il mondo la nostra casa, e per una sera “La mia casa è Avellino”. Coinvolge il pubblico nei suoi racconti, da cui vibra sempre passione civile. Gli spettatori cantano con lui, conoscono a memoria le sue canzoni, da “Le cose in comune” a “Occhi da orientale” con un pop raffinato in cui storie si intrecciano a riflessioni sul mondo in cui viviamo, sempre con un forte gusto della ricerca musicale e della sperimentazione. Fino all’incursione nel suo nuovo album “Disco X”,

Le sue canzoni sono la conferma, per chi lo avesse dimenticato, che esiste una musica in cui i testi contano, capace ancora di raccontare il nostro tempo, di ricordarci la forza dell’amore e la possibilità di credere in un mondo più giusto, dal potere che c’è in ogni uomo alla forza che arriva quando si combatte uniti gli uni per gli altri. Ma c’è spazio anche per  l’omaggio a Dalla “i cui echi tornano sempre nelle mie canzoni” con “Cara”, all’amico Renato Vicini, interprete Lis, con la toccante “A bocca chiusa” “Quanta bella gente che c’è anche stasera che sa rispondere a bocca chiusa”, poichè  “Era sempre con noi sul palco quando la cantavamo”. Ed è emozionante quando lascia che venga fuori la sua vena di romanaccio come in “Testardo” “la colpa è dei tuoi baci che mi hanno preso l’anima…de li mortacci tui”, ricorda Paolo Borsellino con il brano “L’appello” per ribadire l’importanza di non smettere mai di chiedere giustizia mentre sventolano tra il pubblico cartoncini rossi, chiaro richiamo all’agenda rossa scomparsa. Quindi il gran finale con le coinvolgenti “Salirò” e “La Paranza”, le sue canzoni più ballabili e un concerto che vorresti non finisse mai. E alla fine, dopo aver presentato la sua bellissima band, Gianluca Misiti ( tastiere e sintetizzatori), Piero Monterisi (batteria), José Ramon Caraballo (percussioni, tromba, cori) insieme a Gabriele Lazzarotti (basso), Daniele Fiaschi (chitarre), Marco Santoro (fagotto, tromba e backingvocals), Duilio Galioto (tastiere, cori), saluta il pubblico a modo suo, “se posso dire la mia, rifamola”. E spiega quanto sia importante la scelta del sindaco di spargere concerti in tutta la città, anche nelle periferie.

Soddisfatto il sindaco Gianluca Festa: “Sulle note dei grandi successi del cantautore romano, Borgo Ferrovia ha vissuto una notte magica. Un pubblico trasversale si è lasciato trasportare, coinvolgere ed emozionare dall’estro di uno dei più grandi interpreti della musica italiana. Questo è il nostro Summer Festival: una rassegna di qualità straordinaria, per tutti i gusti e per tutte età”.