Iermano racconta Calvino al Mancini: una delle grandi coscienze del Novecento

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Trovare una letteratura che generi un rinnovamento rispetto alla crisi, che si faccia progettazione di una diversa visione del mondo. E’ una delle chiavi della letteratura di Italo Calvino illustrata dal professsore Toni Iermano nell’ambito delle Riflessioni Umanistiche promosse dal liceo scientifico Mancini, guidato dalla dirigente Paola Gianfelice. “Il desiderio di ogni individuo è la libertà – ha ricordato Iermano – che si conquista attraverso la formazione di uno spirito critico, attraverso una indipendenza concettuale. Una indipendenza concettuale che scaturisce proprio dalla lettura, che è sempre esperienza individuale. La letteratura è per Calvino l’essenza di ogni trasformazione. Senza una nuova letteratura non ci può essere una nuova società, letteratura che deve essere guidata da una forte tensione morale che è alla base di ogni ricerca. C’è in Calvino un costante relazionarsi con la contemporaneità, un costante dialogo tra storia e letteratura. Quello di Calvino è un messaggio politico, inteso come possibilità di conquistare una autonomia politica, da cui dipende la nostra speranza nel futuro. E’ questo a renderlo una delle grandi coscienze del Novecento”. Iermano ha ricostruito il percorso di Calvino dal suo esordio con “Il sentiero dei nidi di ragno” strettamente legato al neorealismo e al tema della Resistenza all’amicizia con Elio Vittorini, impegnato con la collana dei Gettoni a cercare un nuovo modello letterario che fosse espressione di un tempo nuovo, una prospettiva differente per la letteratura nel mondo che cambia, un percorso che porterà avanti insieme allo stesso Calvino “Ad accomunare Vittorini e Calvino è una visione comunitaria della letteratura che vuole l’intellettuale capace di imporre la propria visione del mondo. Uno dei loro meriti è stato quello di favorire il confronto tra l’esperienza letteraria italiana e quella internazionale. La loro ricerca si intreccia con la rivoluzione degli anni ‘60, di qui l’idea di un modello letterario che possa farsi strumento della contestazione giovanile. Costante anche il dialogo con i classici che diventano tempo presente”