IIA, Zaolino: “Si perdono almeno 50mila euro ad autobus prodotto. I proprietari scappano di notte in attesa della privatizzazione”

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Valle Ufita – Da queste parti, allo stabilimento di Industria Italiana Autobus, si sta “facendo melina”. Così definisce l’intervista, rilasciata ad un quotidiano on line, del direttore della fabbrica, Borrelli. “Un modo come un altro di uscire dell’isolamento – aggiunge il segretario provinciale della Fismic -, una trovata fatta dopo lo sciopero e la manifestazione di qualche giorno fa, a cui oltre ai sindaci ha partecipato anche il vescovo di Ariano Irpino, monsignor Sergio Melillo”. La sostanza della vertenza non cambia, anche se il direttore dello stabilimento “ha messo in atto la classica iniziativa tendente a dar depistare l’opinione pubblica”.

Sarebbe, per Zaolino, “un buco nell’acqua”. “I fatti concreti sono altri – infatti, sottolinea -. Se l’azienda non riesce; come dice lui; ad avere i flussi dei componenti è soltanto perché i fornitori non vengono pagate ci sono milioni di debiti a cui ancora  non fanno fronte”. E la produzione soffrendo un ritardo fuori da ogni tempistica e bisogna pagare multe molto salate”.

Secondo il sindacalista c’è qualcosa che non torna: “Quanto costa ogni autobus prodotto a Flumeri? Se non ci poniamo questa domanda-continua-non possiamo farci l’idea del perché hanno fatto tutti questi autobus “. Zaolino, a Borrelli, glielo ha chiesto “un anno fa. E lui non mi ha saputo rispondere”.

E ritorna sulla richiesta di dimissioni di chi “non è bravo a organizzare una produzione efficiente ed efficace che porti ad un risultato finale con elementi di positività”. Ad IIA si “rimettono 50 mila euro su ogni autobus”. Il segretario provinciale della Fismic sottolinea che “è la classica cultura del produrre e perdere. Del ‘tanto paga Pantalone’. Che, intanto, si è stancato di pagare”. E, oggi, siamo al punto che Leonardo, il socio industriale, “da tempo sta cercando soggetti su cui scaricare – continua Zaolino – questo peso che è diventato IIA”. “I proprietari dell’azienda hanno deciso di scappare di notte, in attesa dell’ufficializzazione della privatizzazione”. Per questo, quella intervista, secondo Giuseppe Zaolino, “è stato un ulteriore errore che, il direttore si poteva evitare. Una brutta figura perché tentano di salvare la faccia, invece, aggravano la loro condizione”.