Il cardinale Sandri al santuario di Montevergine: la Madonna ci aiuti a riportare la pace in Terra Santa

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Una preghiera per la pace. E’ quella che ha rivolto alla Vergine il cardinale Leonardo Sandri, prefetto emerito del dicastero per le chiese orientali, ospite questa mattina al santuario di Montevergine in occasione dell’anno giubilare. Sandri ha concelebrato la messa insieme all’abate Riccardo Guariglia. Il cardinale ha sottolineato il valore dell’anno giubilare “tante tappe e appuntamenti, che vedono il Padre Abate e i monaci impegnati nell’accoglienza dei pellegrini e nella realizzazione di diverse iniziative, che in diversi modi intendono spezzare quel tesoro di grazia nato dall’intuizione del Fondatore, San Guglielmo da Vercelli, il suo carisma, la sua spiritualità, custodita attraverso i secoli tra alterne vicende, luci e ombre che hanno caratterizzato la storia secolare di questo cenobio, ora inserito nella famiglia benedettina sublacense-cassinese”

Il cardinale ha fatto riferimento alla presenza dei Cavalieri e delle Dame dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme provenienti dalla Campania, dalla Basilicata, dalla Calabria, richiamando i  “Luoghi Santi della nostra salvezza, quegli stessi luoghi che San Guglielmo voleva raggiungere e che in questi giorni sanguinano e rendono purtroppo attuali tante pagine della Scrittura: la terra, che è oggetto della promessa di Dio affinchè vi abiti un popolo, la promessa stessa ad Abramo che è tutt’altro che chiusa, dal momento che dopo l’ “io ti benedirò – si dice subito – e in te saranno benedette tutte le Nazioni della terra”, le guerre tra i popoli, lo sterminio, la strage degli innocenti – fatti oggi incarnati anche nella violenza e aggressione terrorista – o ancora l’ordine di trasferimento verso il deserto di centinaia di migliaia di persone che nella sua proporzione ricorda piuttosto l’Esodo. L’Ordine del Santo Sepolcro ci ricorda i luoghi ma anche le pietre vive che li abitano e li custodiscono, i cristiani di Terra Santa, in queste ore messi a dura prova nella loro differente appartenenza, sia a Israele come alla Palestina”. Di qui l’appello per la pace alla Madonna di Montevergine, “ti affidiamo la supplica per la pace, anticipando la giornata di digiuno e preghiera del 17 ottobre, richiesta dal Patriarca di Gerusalemme, Sua Beatitudine il Cardinale Pierbattista Pizzaballa, e subito accolta dalla Conferenza Episcopale Italiana. Ripetiamo senza stancarci la parola del Salmo “Domandate pace per Gerusalemme”, sapendo che per noi Gerusalemme rimane la Chiesa Madre e la Casa di tutti i Popoli, e quindi dei Palestinesi come degli Israeliani”

Quindi l’augurio all’Abate e a tutti monaci “di rinnovare il vostro profondo e specialissimo radicarsi in Dio attraverso la consacrazione monastica, e far sì che questo santuario risplenda per santità davvero lucerna posta per far luce a quelli di casa e città posta sulla cima del monte. In questo nostro tempo, in cui gli animi degli uomini e delle donne sono a molti livelli feriti e caduti, l’incontro con la vostra comunità dovrà diventare occasione per iniziare o continuare un cammino di guarigione interiore: in questo modo voi proseguirete quel tratto distintivo della Congregazione Verginiana, che attraverso le attività assistenziali e ospedaliere ha sempre fatto sentire come l’adesione a Cristo non rinchiude in una cella o su una rocca, ma costringe nella preghiera e nelle opere materiali a farsi prossimi come il Buon Samaritano sui tanti caduti sotto i colpi della esistenza”

L’auspicio è che “La vostra comunità, sulle orme di San Guglielmo, affidata all’intercessione della Vergine, è chiamata ad essere e rimanere serva della gioia che Dio ha preparato e vuole condividere con ogni uomo: ce lo hanno ripetuto il Vangelo, come anche alcuni tratti della prima lettura. Non si può entrare nella casa dei figli continuando a ragionare e ad agire da schiavi. San Guglielmo di Vercelli ha certamente intuito e incarnato alcuni passaggi della parabola evangelica: senza per forza disprezzare la sua vita e la sua appartenenza ad una famiglia nobile, certamente ha sentito come prioritario l’ascoltare la parola e il mettersi in cammino, dapprima verso Santiago de Compostela e poi di nuovo verso Est per cercare di andare a Gerusalemme. Il Signore attraverso gli accadimenti, oltre che i colloqui con San Giovanni da Matera, gli indica non di andare pellegrino nei Luoghi Santi, ma di fondare Luoghi Santi nel Sud dell’Italia, iniziando da Montevergine, che sarebbero stati meta di pellegrinaggio lungo i secoli. Nella sua vita cristiana Guglielmo è quindi andato sempre più in profondità, scoprendo sempre più chiaramente l’abito nuziale che il Signore gli aveva donato”. Quindi l’invito a farsi pellegrini “sulle strade della nostra Italia annunciando il Vangelo del Regno, con la Parola e con la vita”