Il coraggio di una scelta

0
961

 

Ci vorrebbe un autore di libri gialli per romanzare la crisi al Comune di Avellino e la narrazione di un sindaco seduto sulla brace con una grande capacità di resistenza alle fiamme. E’ proprio così. Da mesi, ormai. Da quando nel Pd non si riesce a trovare la quadra. E mentre il lato oscuro di Foti arde, la città vive nel suo peggiore degrado. I cantieri sono tutti fermi. Dicono che la Regione che dovrebbe finanziare i progetti non ha liquidità. E lo scaricabarile va avanti in questa assurda mancanza di responsabilità, con protagonisti che si contrappongono, come fossero pezzi su una scacchiera infranta. Come porre fine a questa sceneggiata che sta penalizzando oltre ogni sopportazione il futuro di Avellino? Si può fare, a mio modesto avviso, solo se si ha grande coraggio e desiderio di una significativa svolta. Senza furbizie. Lontano da ogni segreto accordo, in trasparenza e legalità, e, soprattutto, nel solo interesse della città. In realtà la partita si sta giocando su almeno tre tavoli. Quello della “Svolta inizia da te” che fa riferimento ai consiglieri di opposizione Costantino Preziosi, detto Dino, e Mimmo Palumbo. Quello dei dameliani (gruppo autonomo del Pd) che fa capo alla presidente del Consiglio regionale Rosetta D’Amelio e il terzo, quello dei cosiddetti “responsabili” che fa capo al senatore di Avellino, Enzo De Luca. Queste le squadre in campo, oltre quella che fa capo a Gianluca Festa (altro gruppo autonomo del Pd) il cui atteggiamento è di netta opposizione alla prosecuzione dell’esperienza del sindaco Foti. Quali proposte sono emerse dai tre tavoli? Preziosi chiede che Foti azzeri la giunta attuale, ne nomini subito un’altra di alto profilo e nel programma di cento giorni si vari la progettazione dei fondi europei. I “Dameliani” chiedono l’immediato azzeramento della giunta, la nomina di un nuovo esecutivo e la garanzia che nel programma di fine consiliatura si perseguano almeno tre obiettivi: questione morale, caso bonifica situazioni ambientali, utilizzo delle strutture per i giovani, a cominciare dall’ex cinema Eliseo. I “Responsabili” che sino ad ora hanno svolto un ruolo attento e costruttivo, anche se non privo di alcune contraddizioni interne, chiedono che si voti il bilancio nella seduta convocata per il prossimo 4 ottobre, poi si vari un governo di responsabilità per fine consiliatura. Dov’è il nodo, considerato che tutte le proposte si differenziano di poco? E’ sul voto al Bilancio. Preziosi ha preannunciato il voto contrario, ma potrebbe avere un ripensamento se Foti si impegnasse a nominare, prima del voto al bilancio, una giunta di alto profilo e alcuni contenuti programmatici, tra cui i progetti europei. Non diversa la posizione dei dameliani, E i responsabili? Sono divisi, anche se Enzo De Luca sta facendo in queste ore un grande lavoro per tenerli uniti. Così messe le cose i tempi per una svolta sono possibili e auspicabili. Spetta al primo cittadino azzerare ufficialmente la giunta, dare sostanza ad un programma di fine consiliatura e poi, ma solo dopo, presentarsi in Consiglio chiedendo un triplo voto: sul nuovo esecutivo, sul programma e sul bilancio. Solo così la consiliatura si potrebbe salvare e si potrebbe dare corso al completamento del programma concordato. Certo è che se il sindaco dovesse agire in modo diverso, cercando, cioè, prima il voto sul bilancio e poi porre mano alla ricostituzione della giunta, il percorso diventerebbe ad ostacoli e la stessa prosecuzione della consiliatura sarebbe a grande rischio. In questo caso il primo cittadino potrebbe bruciarsi visto che andrebbero ad esaurirsi le sue capacità di resistenza. Perchè, mi chiedo, il primo cittadino avendo una soluzione a portata di mano potrebbe rinunciarvi? Forse perchè nella giunta attuale, da lui presieduta, vi sono assessori intoccabili? E perchè? Escludiamo che egli possa trovarsi in una condizione di ricatto o che possa essere prigioniero di poteri che gli renderebbero difficile la vita amministrativa futura. D’altra parte se egli dovesse scegliere il “tira a campare”, allora sarebbe meglio terminare questa inutile agonia che sta penalizzando la città, giunta vicino al collasso. Non è più sopportabile, infatti, che a vecchie emergenze altre si aggiungano. E alcune hanno il segno di una profonda vergogna. Come il Teatro Gesualdo che, nonostante tutte le assicurazioni, continua a restare chiuso, mentre sono ormai a grande rischio la programmazione e la campagna abbonamenti. Si tratta di una vicenda che poteva concludersi nello spazio di qualche giorno e che invece si trascina senza soluzioni da mesi e mesi, affidata alla burocrazia comunale che dimostra di non essere all’altezza del compito. Ma tant’è. Ad un giovane cronista di questa testata che s’informava sul perchè la Bonatti fosse ancora in parte non percorribile, il responsabile rispondeva che c’era la possibilità di percorrere anche altre strade. E’ un esempio di come s’intende governare una città. E che dire della leggendaria piazza Libertà il cui cantiere resta fermo da settimane, mentre un cartellone ne annuncia la prossima apertura. Quel tabellone, scosso dal vento, dalle piogge e le cui scritte sono consumate dal sole, è una prova di come si intende prendersi gioco dei cittadini. Ora, però, basta. Al sindaco Foti il coraggio della scelta. Ma anche l’avvertimento che se non agisce per il bene comune, è tempo che lasci le briglie e crei le condizioni di un governo di salute pubblica per salvare Avellino.

edito dal Quotidiano del Sud

di Gianni Festa