Il futuro sulla pelle del Sud

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Il Sud si appresta ad assistere ad un nuovo fenomeno, tutto made in Italy. I giovani che partono e gli anziani che arrivano.
Lo spunto di questa riflessione è fornito da una recente proposta avanzata dalla Lega, che mirerebbe a favorire il ripopolamento delle aree del Sud che in questi anni di crisi hanno subito un forte spopolamento, incentivando pensionati e anziani attraverso particolari benefici di legge.

Sappiamo bene che le statistiche, come ci raccontano da qualche anno a questa parte, dicono che nell’ultimo ventennio il Meridione ha perso un milione e 800 mila abitanti. Con la sfilza impietosa di dati che arriva puntuale ogni anno. Mentre uno sguardo frustrato da una condizione paralizzante scorre, tra percentuali, numeri e tabelle, il rosario delle lamentele sacrosante di un Mezzogiorno in caduta libera.

Lo spopolamento, determinato soprattutto dalla partenza di migliaia di giovani alla ricerca di un futuro, è diventata una questione cruciale non soltanto per le sorti di un Mezzogiorno che si scopre sempre più desertificato. I meridionali sono in fuga. E “fuga”  rappresenta la parola chiave di questi tempi critici. Si fugge da un Mezzogiorno sedotto e abbandonato, si fugge per disperazione, si fugge anche per rassegnazione.

In un Sud, dove la disoccupazione giovanile ha toccato punte vertiginose, dove interi territori sono in sofferenza e il livello del disagio interessa una platea sempre più ampia, l’emigrazione sta dissanguando il corpo sociale di un Mezzogiorno esanime. Che ormai si fugga, e non si parta più semplicemente, è un dato incontrovertibile, generando quello che sotto gli occhi di tutti, esperti e non, rappresenta uno squilibrio demografico senza precedenti.

La popolazione meridionale invecchia e il Sud s’impoverisce. Il destino finale del Mezzogiorno si può leggere tutto in questo “esodo moderno”.
E’ lo scandalo moderno di un Paese che mette in fuga i suoi giovani. Il presente, per i giovani del Sud, si traduce in una inesorabile fuga per il futuro.

Poi, se aggiungiamo che nel dilagante fenomeno migratorio la “fuga dei cervelli” ha assunto una dimensione preponderante, con un irrimediabile impoverimento economico e culturale di molti territori, il quadro è certamente e drammaticamente completo.

Ritornando alla proposta leghista, che vorrebbe interessarsi alle sorti del Sud ed alla questione del suo decremento demografico, viene ipotizzata la soluzione del problema dello spopolamento dei territori attirando al Sud anziani e pensionati, attraverso specifici incentivi economici. Sulla pelle del Mezzogiorno come sempre si gioca una partita politica importante, soprattutto per il futuro delle due forze che insieme hanno dato vita al recente governo.

Il progetto della Lega di Salvini sarebbe a costo economico zero, ma a con un vantaggio politico alto nell’ottica di sottrarre voti ai Cinque Stelle. I pentastellati hanno preso impegni precisi per il Sud giocandosi tutto sul reddito di cittadinanza, sostanzialmente una forma di assistenza che non rappresenta un vero cambiamento di rotta, quando, invece, sarebbe auspicabile un piano mirato di investimenti.

Una proposta che può essere semplicemente un sasso nella palude. La paradossale contraddizione che emerge visibilmente dalla proposta politica leghista, che non mancherà di innescare un acceso dibattito, fa pensare ad un futuro del Sud senza giovani. Con i giovani meridionali costretti ad emigrare verso il Nord e i pensionati a prendere il loro posto, in un “ascensore generazionale”, se così si può definire, che rischierebbe assolutamente di non funzionare.

di Emilio De Lorenzo edito dal Quotidiano del Sud