Il Sorpasso, quel Ferragosto fiammeggiante del ’62, la strada e la macchina e quella ‘strana coppia’

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Di Enrico Marotta

IL Sorpasso. Il capolavoro di Dino Risi. Il film prende forma proprio in quel ferragosto del 1962, con il deserto canicolare di Roma, con Vittorio Gassman che attraversa l’Urbe con accanto Trintignant. La Città eterna con i suoi tipi umani (il sottoproletariato, la borghesia, i preti, le turiste, i campagnoli dell’agro). Roma, ma può essere Salerno, Milano, Firenze, poco conta, è in definitiva la Città italiana del boom economico che viene raccontata. L’avventura della ‘strana coppia’. E Poi altro e altro ancora. Poi due figure, strumenti narrativi fondamentali nel Sorpasso di Risi. Non a caso portano lo stesso nome perché hanno la stessa funzione narrativa: sono la strada e la macchina, entrambe di nome Aurelia. Sulla strada e sulla macchina si svolgono i destini brevi e infiniti (due giorni appena è il tempo della storia, 15 e 16 d’agosto) dell’avventuriero e del timido studente. Strada e macchina: nasce tutto così.