In democrazia non c’è posto per Salvini 

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I discutibilissimi atteggiamenti di Salvini avrebbero suscitato, in ogni Paese di antiche tradizioni democratiche, una riprovazione generale. E ne avrebbero provocato le dimissioni. Invece, in un Paese come il nostro leggero e impressionabile (Giovanni Ansaldo dixit), hanno reso quasi un successo tattico perfino una comunicazione giudiziaria. E tengono alta, per ora, l’asticella dei consensi al governo. Cominciano, tuttavia, ad essere sempre più devastanti anche le numerose conseguenze negative. Il conflitto permanente con l’Ue. L’eccitazione continua di una opinione pubblica esasperata verso gli abissi incontrollabili dei suoi peggiori istinti. La distruzione sistematica di ogni traccia di coesione sociale, unica caratteristica che può tenere insieme un Paese. L’inammissibile guerra – con parole pesanti come pietre – ingaggiata dal ministro dell’Interno nei confronti della magistratura. E la pericolosa tensione di tutte le strutture istituzionali, criticate e misconosciute da chi, per il suo ruolo governativo, dovrebbe invece difenderle. Esse vengono quotidianamente trascinate nel gorgo di un conflitto senza fine, che finisce per logorarne prestigio e credibilità.

Tuttavia, l’irresponsabile “bombardamento del quartier generale” (secondo la nota definizione maoista) ha accresciuto le perplessità negli ambienti dell’establishment economico- finanziario, accusati di fantomatici complotti. E l’ atteggiamento apertamente “ricattatorio” adottato da Salvini nei confronti dell’Europa ha attirato sull’Italia un vero e proprio fuoco di fila di disapprovazione generale, da parte di tutte le agenzie e le organizzazioni umanitarie internazionali. Nonostante la posizione italiana abbia il suo punto di forza nella generosità della gestione dell’accoglienza, essa appare tuttavia contraddittoria.

Infatti il governo Lega – M5S qualche mese fa ha accettato che la ridistribuzione dei migranti avvenisse tra Stati disponibili. Perciò su base volontaria. E anzi ha presentato questo risultato come un successo politico. Accortosi poi dell’errore, ha cambiato completamente rotta, tentando di imporre all’Ue l’obbligatorietà di quote di accoglienza. E perciò una completa retromarcia.

Ora il rifiuto da parte di quasi tutti i Paesi dell’Ue, a cominciare da quelli del versante orientale, di riconsiderare la volontarietà dell’ accoglienza e le secche puntualizzazioni da parte della Commissione circa i discutibili metodi italiani sembrano spingere il nostro Paese in un angolo politico dal quale non sarà facile uscire. E dire che la stessa improvvida strada era stata inizialmente seguita da Renzi, che per molto tempo tuonò contro l’Europa matrigna. E poi finì per calarsi le braghe allo scopo di ottenere un po’ di flessibilità in cambio delle (eccessive) aperture sui migranti.

Tuttavia, una lettura più politica degli avvenimenti non può che impensierire ancora di più. Salvini appare preoccupato solo dei suoi successi elettorali e incurante delle macerie istituzionali disseminate sul suo cammino. Per ora è riuscito a mettere in ombra Di Maio e il M5S. A imporre la sua agenda politica. E pensa, con ogni evidenza, di replicare lo schema anche in vista della “battaglia d’autunno” con la Ue. Mantenere alta la tensione per ottenere i margini di flessibilità (e quindi di spesa) sul bilancio, magari in cambio di qualcosa sul fronte migranti.

Nell’attuale clima, tuttavia, l’impresa si preannuncia assolutamente impegnativa. Se non vi saranno i fantasiosi complotti finanziari denunciati o ostacoli insormontabili, né in sede europea né parlamentare per la legge di bilancio, può darsi che il cammino dell’esecutivo Conte continuerà. Altrimenti, tutto lascia supporre che il leader leghista stia preparando lo show-down di primavera con le europee. Una battaglia che, nell’attuale clima di incertezza complessiva dell’Unione, potrebbe essere vittoriosa per Salvini. E avere degli esiti politici complessivi assolutamente imprevedibili. Resta da vedere se un Paese già lacerato da divisioni profonde sarà in grado di sopportare lunghi mesi di guerriglie politiche e di prolungate tensioni istituzionali !

di Erio Matteo edito dal Quotidiano del Sud