In scena a Venticano c’è la Carmen di Bizet

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Sarà la Carmen di Georges Bizet ad andare in scena il 27 agosto nella cavea di Venticano. Un allestimento promosso dall’amministrazione comunale e da Zenit 2000. La direzione è del Maestro Massimo Testa. Il cast internazionale con Camilla Antonini, Fabio Andreotti, Carlo Provenzano, Gianfranco Zuccarino è a cura Associazione Zenit 2000. In scena il Coro Opera Puglia, Carmine Monaco, Luciana Distante, Sara Triburzi, Magdalena Freiner, Costantino D’Aniello, Silvano Paolillo. Protagonista anche il coro di voci bianche Accademy Fantasy, l’Orchestra Internazionale della Campania. La regia è di Giovanna Nocetti.

Carmen è un’opéra-comique di Georges Bizet composta di quattro atti (o quadri, come vengono chiamati dal compositore), su libretto di Henri Meilhac e Ludovic Halévy. Tratta dalla novella omonima di Prosper Mérimée (1845), vi apporta delle modifiche salienti tra cui l’introduzione dei personaggi di Escamillo e Micaela, e il carattere di Don José, che nel romanzo viene descritto come un bandito rozzo e brutale.

Bizet stesso collaborò al libretto, scrivendo anche le parole della celebre habanera L’amour est un oiseau rebelle. La sua prima rappresentazione avvenne all’Opéra-Comique di Parigi il 3 marzo 1875. Inizialmente l’opera non ebbe grande successo, così che Bizet, morto tre mesi dopo la prima rappresentazione, non poté vederne la fortuna.

L’opera lirica nacque dall’incarico basato sullo scrivere un’opera che trattava il romanzo di Mérimée e che dovesse debuttare alla fine dell’anno. Tuttavia, difficoltà nel trovare una protagonista femminile ritardarono le prove fino ad agosto 1874. Bizet comprò una casa a Bougival, sulla Senna, dove terminò la partitura per pianoforte durante l’estate del 1874 e l’orchestrazione completa dopo due mesi.

Durante le prove, l’assistente di Du Locle, Adolphe de Leuven, espresse il suo malcontento per la trama dell’opera, e fece pressione su Bizet e sui librettisti per modificare il finale tragico. Per Leuven sarebbe stato uno shock per le famiglie vedere un’opera così “dissoluta” sul palcoscenico dell’Opéra-Comique, un teatro con la reputazione di essere adatto ad un pubblico di famiglie. I librettisti accettarono di cambiare il finale ma Bizet rifiutò e consegnò direttamente le sue dimissioni a Leuven agli inizi del 1874. I librettisti quindi attenuarono alcuni degli elementi più forti della novella di Mérimée.

Le prove finalmente iniziarono nell’ottobre del 1874. I membri dell’orchestra dell’Opéra-Comique dichiararono la partitura non eseguibile, e il cast si trovò in difficoltà a seguire le indicazioni di Bizet. Tuttavia, l’opposizione più forte venne da Du Locle,[3] a cui piaceva Bizet personalmente, ma ne odiava l’opera. Le difficoltà finanziarie dell’Opéra-Comique portarono Du Locle a convincersi che l’opera avrebbe fatto fallire l’azienda, non riuscendo più a produrre un vero successo dal Faust di Charles Gounod.

La prima rappresentazione ebbe luogo il 3 marzo 1875 a Parigi, il giorno stesso in cui Bizet fu premiato con la Légion d’honneur. Tra il pubblico furono presenti non solo grandi compositori come Charles Gounod, Charles Lecocq e Jacques Offenbach,[4] ma anche i cantanti Hortense Schneider, Zulma Bouffar, Anna Judic, Jean-Baptiste Faure e altre importanti personalità in campo letterario e musicale come Jules Pasdeloup, Alphonse Daudet e Alexandre Dumas figlio.

Secondo il diario di Halévy, la prima non andò bene. Anche se ci furono delle chiamate alla ribalta dopo il primo atto, nell’intermezzo del secondo atto e il canto di Escamillo fu applaudito, gli atti 3 e 4 furono accolti dal silenzio, con l’eccezione dell’aria di Micaela nel terzo atto. I critici furono graffianti, sostenendo che il libretto fosse inadeguato per la Comique. Bizet fu condannato da entrambi i lati del dibattito wagneriano: Ernest Reyer e Adolphe Jullien lo criticarono per non aver sufficientemente abbracciato lo stile di Wagner, mentre gli altri lo condannarono per aver dato all’orchestra più importanza che alle voci.

Tuttavia, alcuni critici, come Joncières e il poeta Théodore de Banville, elogiarono l’opera per la sua innovazione. Banville in particolare lodò i librettisti per la rappresentazione di personaggi più realistici rispetto a quelli normalmente rappresentati all’Opéra-Comique. Tuttavia, a causa delle recensioni negative, l’opera faticò a rappresentare i 48 spettacoli della prima produzione e chiuse il gennaio successivo. Verso la fine delle rappresentazioni, la produzione iniziò a vendere biglietti all’ingrosso nel vano tentativo di riempire i posti a sedere.

Bizet non visse abbastanza per vedere il successo della sua opera: morì il 3 giugno, subito dopo la trentesima rappresentazione. Il giorno prima della sua morte firmò un contratto per una produzione viennese della Carmen. In poco tempo tre fra i maggiori compositori in Europa diventarono suoi ammiratori: Richard Wagner, Johannes Brahms e Pëtr Il’ič Čajkovskij. Friedrich Nietzsche (in Il caso Wagner) esaltò Bizet, gli elementi esotici della sua partitura e la sua chiarezza strutturale: “costruisce, organizza, termina”.