Industria Italiana Autotobus, ora volano gli stracci

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Valle Ufita. Volano gli stracci dalle parti di Industria Italiana Autobus. Litigano i tre azionisti di maggioranza dello stabilimento in cui si producono autobus: Invitalia, Karsan e Leonardo. Proprio quest’ultima, che probabilmente non vede l’ora di lasciare Valle Ufita, ha comunicato ai due alleati che per essere competitivi sarebbe necessario cambiare destinazione d’uso a quella che è,  praticamente, l’unica fabbrica in Italia a produrre mezzi pubblici per il trasporto su gomma. Ovviamente questa decisione non è vista di buon occhio dai soci Invitalia e Karsan.

Ma, sopratutto,  dal governo centrale. Che, anzi, per dare continuità allo stabilimento di valle Ufita lo finanzierebbe, a breve, con altri venti milioni di euro. Nonostante non si sbrighi a convocare sindacati e operai al Mimit perché,  fa sapere, non c’è niente da discutere. E ad avvalorare l’ipotesi di un ingresso di in privato ci sarebbe la visita, avvenuta ieri, al management flumerese di una delegazione del gruppo casertano Seri, ricevuto dall’ad Giancarlo Schisano. Seri, che produce batterie per auto, sarebbe infatti interessata all’acquisizione del 100 per cento dello stabilimento ufitano. Per Gaetano Altieri, segretario provinciale Uilm, “sono solo voci”, mentre Giuseppe Zaolino,  segretario provinciale Fismic, dice che “di questo non si fa mistero. Seri vuole intervenire ma per fare cosa nessuno lo sa. Intanto continuano le loro visite in valle Ufita, dimostrando la volontà di IIA di voler voler arrivare, quanto prima, ad una definizione perché Leonardo se ne sta andando”.

Proprio perché “consapevole delle perdite di produzione, avrebbe proposto di fare altro per mantenere la società in mano pubblica”. Della serie “Houston abbiamo un problema”.

I 20 possibili milioni di euro del governo,  per Zaolino, sarebbero “buttati in un pozzo senza fondo e senza strategie: se non quella di vivere alla giornata, perché Schisano somiglia sempre più ad un traghettatore e non ad un salvatore della patria”. Insieme a Bologna si potrebbe scendere in piazza il prossimo tre novembre.”Abbiamo la necessità di non sprecare questa occasione che, già quattro anni fa, fu concessa anche all’Irpinia. Stiamo assistendo a tutto questo a causa delle carenze e inadeguatezze del gruppo dirigente”. Il gruppo che vorrebbe entrare nello stabilimento di valle Ufita, ha già chiuso ad Avellino,  con la Ics, e a Calitri con la Fib. Quali garanzie potrebbe dare alle tute blu di Industria Italiana Autobus?
Giancarlo Vitale