L’ultimo saluto di Grottaminarda a Ivan, il “gigante buono”, ucciso in pieno centro

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Grottaminarda. Oggi si è consumato l’ultimo capitolo di una storia triste, cominciata la settimana scorsa con l’omicidio di Ivan Kantsedal in pieno centro della cittadina ufitana. Si sono tenuti, infatti,  nella chiesa madre di Santa Maria Maggiore i funerali dell’ucraino, 46 anni, che da più di una ventina di anni risiedeva a Grottaminarda.

Una infanzia e giovinezza difficili, che aveva tentato di dimenticare con il suo arrivo in Italia per rifarsi una vita migliore. Spezzata otto giorni fa da cinque colpi di pistola, due dei quali andati a vuoto, sparatigli a bruciapelo da un 44enne del posto, A. G., oggi difeso dall’avvocato Giuseppe Romano, tra la gente che passeggiava ed i clienti di una pizzeria che, dai tavolini all’aperto,  impauriti, scappavano presi dal panico.

L’ ucraino,”il gigante buono” come lo avevano definito in città, conosciuto da tutti e che, con il diploma di infermiere, lavorava come badante, tra l’altro si stava recando insieme alla sua compagna, nella sua abitazione a pochi metri dalla scena del crimine. Dopo aver fatto la spesa al supermercato. Mentre l’omicida è nel carcere di Ariano Irpino,  a Grottaminarda quindi nel pomeriggio si svolgevano i funerali di Ivan.

Silenzio, commozione e pianto di quanti vi hanno partecipato. Disperati e composti i familiari. Che non si spiegano il perché di una perdita così grande per loro, improvvisa ed inattesa. Così  come la comunità ucraina presente a Grottaminarda. In chiesa vietato l’ingresso alle telecamere per riprendere la funzione religiosa. Le indagini in corso stabiliranno le ragioni di quanto è accaduto otto giorni fa, in una serata ancora calda di ottobre. Intanto l’avvocato Lorenzo Assanti, che si è incaricato di difendere la famiglia di Ivan Kantsedal diceva:”Non si può morire così”.
Giancarlo Vitale