Istituzioni sempre più in guerra

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La momentanea tregua siglata, dopo il cosiddetto “patto della tagliatella”,  dai leader della maggioranza nella indegna guerra contro tutte le istituzioni non è servita ad evitare la sonora bocciatura della manovra da parte della Commissione Ue. Essa è apparsa solo un espediente tattico in previsione di un confronto che sarà durissimo.  E difficilmente  servirà ad annullare le vistose differenze tra  partner. Aggravate, ora,  dalla enorme forbice politica tra i rispettivi risultati conseguiti in Trentino e in A.A. Né servirà a far dimenticare lo spettacolo non si sa se più irritante o deprimente delle ultime settimane.  Ministri che litigano senza  valutare le ripercussioni di certe loro incaute dichiarazioni. Sulla credibilità delle istituzioni rappresentate. Sull’immagine stessa di compattezza del governo. Sull’autorevolezza del ministro dell’economia, già leso nel suo prestigio e da ultimo messo in minoranza in Consiglio dei ministri sulla riduzione del deficit. Il Premier, per mancanza di forza politica, è costretto ad affidare a dei messaggi indiretti e generali la sua disapprovazione per quanto viene rivelato (o inventato!) ai margini e dopo il Consiglio dei ministri. Le contraddittorie versioni sulla presunta alterazione del testo del decreto fiscale a opera di ignote “manine” hanno seminato disorientamento presso l’opinione pubblica non solo italiana. E alimentato l’impressione che, tra presunti imbrogli, distrazioni o non comprensione dei testi, il Consiglio sia una specie di suk orientale. E le sue decisioni non sempre credibili. Aggiungiamoci il letargo delle Camere, dove i parlamentari si trascinano da tempo in una penosa melina. Nervosamente costretti ad attendere  le decisioni vere. Quelle cioè dell’esecutivo, dove siedono i leader di maggioranza, che tutto stabiliscono e tutto decidono .  Spesso in disaccordo, come si è visto. Insomma, si è ben lontani dalla promessa valorizzazione del Parlamento. Anzi, si è molto al di sotto della media lavorativa delle ultime legislature !

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In tutto questo bailamme penosamente verboso spicca, per la sua diversità, il comportamento del Presidente della Repubblica. Costretto, fin dall’inizio, a muoversi su un terreno difficile e complesso. Infatti, diversamente dal recente passato, l’attuale inquilino del Quirinale è stato eletto da una maggioranza molto diversa da quella che ha poi espresso l’esecutivo. Ciò avrebbe potuto costituire un fattore potenzialmente dirompente, se non destabilizzante, rispetto all’attuale situazione politica. Mattarella ha gestito con equilibrio tutta la lunga e complessa fase della formazione del nuovo governo. Nonostante il fuoco di fila culminato con le minacce di impeachment avanzate (e poi rapidamente ritirate) da Di Maio, ha “raffreddato” una situazione incandescente, concedendo il tempo necessario e assecondando il responso elettorale del 4 marzo. Anche ora, la linea del Colle è non interventista.  Vicina a quella della “lealtà repubblicana”. Segue, consiglia, ma non ostacola. Nonostante l’assoluto riserbo sule scelte, dalle (poche) mosse e dalle altrettante poche parole, sembra di capire che Mattarella non condivida – per cultura  e formazione politica – molti degli orientamenti espressi rumorosamente dai leader delle forze partner di governo. Significativi, tuttavia, i suoi più recenti interventi. Sulla tenuta dei conti pubblici, alla commemorazione di Einaudi. E sui poteri del Capo dello Stato, per la difesa degli interessi fondamentali dello Stato, ivi compreso il risparmio collettivo. Insomma, se la situazione dovesse diventare incontrollabile…Messaggi che non sono sfuggiti alle colombe di Lega e M5S, interessati alla loro decifrazione. La linea di riservatezza, accompagnata dalla moral suasion, non deve aver lasciato insensibili molti ambienti governativi, visto che alle richieste di Grillo di ridurre i poteri del Capo dello Stato hanno fatto seguito le smentite del premier e perfino del M5S. Tuttavia, in questa sorta di maionese impazzita che sta diventando – per prepotenza, incultura politica o pericolosa partigianeria di alcuni protagonisti-  il nostro panorama istituzionale, sarà sufficiente la sua opera per evitare disastri ?

di Erio Matteo edito dal Quotidiano del Sud