La capacità di cogliere il momento

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Il vortice dei canali di comunicazione, provinciale e non solo, spesso conferisce un tono basso ad una bella e buona notizia che rischia di rimanere irretita nel soffitto delle cose banali, se non adeguatamente rappresentata e comunicata. È il caso dell’inaugurazione del nuovo organo nella Chiesa Parrocchiale Cuore Immacolato di Maria di Avellino, retta dal solerte parroco padre Roberto Luongo. Il notevole interesse suscitato dall’evento e la straordinaria partecipazione di persone, provenienti anche da luoghi situati oltre i confini della stessa parrocchia, meritano qualche riflessione non di circostanza, ma di più vasto respiro culturale, umano e spirituale. La motivazione di fondo, frattanto, nasce da un sempre più diffuso bisogno di notizie e momenti buoni e belli, lontani dai bollettini di guerra quotidiani costellati da omicidi, furti, ruberie e corruzione di ogni genere. Sembra che il tessuto connettivo di una comunità di persone – costituito da valori durevoli, tradizioni, esemplarità comportamentali di avvenimenti significativi – sia stato fagocitato dal consumismo imperante e dalla ricerca sempre più affannosa di un benessere che parla solo alla pancia e sempre meno alla mente e al cuore delle persone. Da questa consapevolezza appare privo di significato parlare di un evento che caratterizza efficacemente la vita comunitaria di una delle più importanti parrocchie di Avellino. Caratterizzare i momenti liturgici con il suono dell’organo significa non solo creare un clima di profondo raccoglimento, ma anche quello di riannodare il filo della memoria con eventi che hanno interessato il nostro itinerario esistenziale – prima comunione, matrimonio – e, purtroppo, anche esequie di persone care. Un amico non credente, non più di una settimana fa, in occasione del funerale di un comune amico – costretto a trascorrere con me il tempo necessario alla celebrazione della messa di suffragio, in attesa di stringere la mano ai congiunti del defunto – mi confidava, alla fine del rito funebre, di aver avvertito una sensazione di complessiva serenità proprio per l’effetto del suono dell’organo. Colsi l’occasione, per raccontargli i particolari dell’inaugurazione del nuovo organo; gli esposi la professionalità dei grandi maestri organari, dal ‘700 ai giorni nostri e tra questi ultimi quella del nostro organaro Glanco Ghirardi di Lucca, costruttore dell’organo recentemente inaugurato. Alla fine della bella conversazione tanto fu l’interesse dell’amico che mi chiese di ascoltare il suono del nuovo organo. La mia sorpresa non fu poca e rafforzò il mio convincimento che le cose belle e buone fanno ancora notizia e suscitano sensazioni forti e significative capaci di vanificare nettamente gli scarsissimi effetti umani ed interiori di tante inutili conferenze o relazioni tematiche sulle più emergenti questioni attuali. La riflessione conclusiva di questa mia singolare esperienza, di persona pensosa e, di cristiano adulto, è che spesso nel nostro travaglio quotidiano, umano e spirituale, frastornati da tante notizie negative, non siamo più capaci di cogliere i momenti preziosi delle cose buone e belle capaci di emozionarci ancora e vincere l’ormai sempre più diffusa indifferenza che ci sta progressivamente robotizzando: l’ascolto del suono dell’organo è uno di questi momenti buoni e belli, capaci di emozionare anche quelli ancora in affannosa ricerca di un approdo fecondo, oltre i confini della nostra esistenza umana.
edito dal Quotidiano del Sud