La compagnia Clan H festeggia mezzo secolo nel segno del teatro

0
596

Festeggia i suoi 50 anni il Clan H, guidato da Lucio e Salvatore Mazza. Un traguardo che si carica di un valore forte in una città come Avellino in cui si fa fatica a portare avanti progetti legati ad arte e cultura. Una sfida nata da un’idea di Lucio Mazza, dalla passione per il teatro di un gruppo di ragazzi scout. “Volevamo – racconta Salvatore Mazza – che il nome della compagnia avesse una connotazione territoriale. Di qui il riferimento a hirpus che richiama le origini degli irpini e il lupo, simbolo della nostra terra. Nacque così il Clan H e prese forma la scommessa di puntare su spettacoli di ricerca. Oggi possiamo dire di aver trovato la nostra identità”.

Il Clan h è reduce dal successo ottenuto con due spettacoli all’Avellino Summer Fest e alla Juta di Montevergine, capace di dialogare con il territorio, dalle scuole ad associazioni e comuni e di promuovere il teatro attraverso laboratori differenti, malgrado le difficoltà che incontra chiunque voglia dedicare la propria vita al mondo dello spettacolo. La sfida è quella di sperimentare sempre nuove azioni, nuovi modi e nuove possibilità. Di qui l’idea di un laboratorio continuo, indipendente che, attraverso la formazione, lo studio attoriale, registico e la ideazione di spettacoli, cerca il modo più diretto per raggiungere qualsiasi spettatore”. Numerose le forme performative ideate: teatro classico completamente in latino; teatro su “rotaie”: nei vagoni dei treni storici; forme di teatro itinerante; teatro in trekking e altre forme di azioni teatrali che spingono alla conoscenza, alla valorizzazione del territorio, favorendo una partecipazione attiva agli spettacoli teatrali e alla scoperta del patrimonio culturale. Nel 1989/1990 il Clan H ha curato la coogestione e alcune docenze della scuola di teatro diretta da Nanni Loi. Numerosi i laboratori di espressione teatrale e di formazione dell’attore attivi fin dalla fine degli anni ’80. A comporre la compagnia, tra gli altri, Santa Capriolo, Laura Tropeano,  Andrea De Ruggiero, Sabino Balestrieri, Umberto Branchi, Pasquale Migliaccio, Federica Avagnano, Luca Picariello

E’ Salvatore Mazza a ricordare come il teatro sia per lui “lieta follia e salvezza/poetica libertà/bisogno vitale/rituale unico ed essenziale/un sogno che divora”. Questa mattina, alle 11, al Circolo della stampa la compagnia traccerà un bilancio di questo mezzo secolo e illustrerà una serie di iniziative per festeggiare il traguardo raggiunto