L’intervista integrale è pubblicata oggi sulle pagine del Quotidiano del Sud.
Maria Morgante, direttrice dell’Asl di Avellino, si chiude un anno complicato, qual è stato il momento più difficile?
E’ stato un anno molto difficile per tutti, ci siamo trovati ad affrontare un’emergenza sanitaria unica e imprevedibile, cercando giorno per giorno di trovare soluzioni ai problemi e alle difficoltà che si presentavano. Anche quando, nell’estate, la morsa del virus si è allentata, non abbiamo potuto abbassare la guardia, consapevoli del rischio di una seconda ondata. Oggi sicuramente abbiamo maggiori strumenti, ma l’emergenza è ancora in corso e dobbiamo restare vigili.
Quali maggiori problemi organizzativi avete dovuto affrontare?
Sin dall’inizio della pandemia è stato evidente, oltre alla necessità dell’attivazione di posti letto Covid all’interno dei Presidi ospedalieri, quella di intervenire sul territorio, proprio con l’obiettivo di evitare, dove possibile, l’ospedalizzazione dei pazienti attraverso l’assistenza sanitaria a domicilio. Pertanto, dal mese di aprile abbiamo attivato le USCA, avvalendoci della professionalità e della dedizione di tanti giovani medici, che con coraggio ed abnegazione hanno dato il loro contributo alla lotta al virus, fin dai primi giorni.
La Regione ha fatto la sua parte?
La Regione è stata sempre il nostro punto di riferimento, grazie all’istituzione dell’Unità di Crisi che ha permesso di mantenere un’unica linea di intervento in tutta la Campania. Il presidente De Luca ha mantenuto la barra dritta, con rigore, evitando che la situazione potesse degenerare, anche nei momenti peggiori. Ciò ci ha permesso di tenere la situazione sempre sotto controllo, anche con grande sacrificio di tutti, cittadini e operatori impegnati nell’emergenza in corso.
Il personale sanitario come ha affrontato l’emergenza?
Da parte di tutti c’è sempre stato grande impegno, a partire dal personale sanitario e non, impiegato presso il Dipartimento di Prevenzione, presso i nostri Presidi e sul territorio, da parte degli operatori del 118 e anche dei tanti volontari impegnati in prima linea sin dall’inizio dell’emergenza. Fondamentale è stato anche il ruolo dei sindaci e delle amministrazioni comunali che, in qualità di massima autorità sanitaria, hanno dato un contributo essenziale nel contenimento del contagio, facendo anche da collante tra l’Azienda e i cittadini.
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