La fine della politica

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Di Franco Festa

“Tutto è politica”, diceva De Mita. I suoi servi di ieri, oggi padroni, distribuiranno mance, costruiranno percorsi di menzogne, per impedire che quella lezione venga compresa a pieno. Noi, che demitiani non siamo mai stati, innanzitutto per i suoi gravi errori nella selezione della classe dirigente locale, ci troveremo alla fine ad esserne paladini. Però se tutto è politica, allora anche l’attuale spettacolo di squallore lo è? Nel momento in cui il Sindaco, indagato per accuse così gravi, si è dimesso, e tutta la città è scossa dalla notizia, non si può assistere allo spettacolo desolante delle forze del campo largo che, bloccate da mesi dalle divisioni del PD e dal suo mancato rinnovamento, ancora non riescono a trovare un candidato all’altezza della sfida che si apre. Allo stato attuale, dopo la dolorosa uscita di APP, che invano ha provato a smuovere lo stato comatoso dello schieramento, c’ è un solo personaggio in grado di rappresentarlo con dignità: è Antonio Gengaro, che non è, come cercano di far credere, il rappresentante di Roma, ma di tanta parte della città per bene. Né dimentichiamo che Gengaro fu l’unico che invitò alle dimissioni il sindaco di Monteforte, (e poi quello di San Martino), non solo indagato ma già sotto processo, che ebbe invece il sostegno dell’attuale segretario del PD. Nei giorni scorsi quel comune è stato sciolto per infiltrazioni camorristiche. A tuttoggi (giovedì) Gengaro è ancora contrastato dalla maggioranza del suo partito, che però è priva di proposte indipendenti e credibili. D’altronde siamo ancora alle foto trionfali dopo l’elezione dell’ennesimo Presidente all’Alto Calore, con il paradosso che le stesse forze che da anni hanno sgovernato quell’enorme carrozzone clientelare, eternamente sotto inchiesta per scandali, ora si ergono a moraliste, ci indicano la strada del futuro. E potremmo continuare a lungo, non sottovalutando un centro destra, incapace di elaborare un pensierino finito sulla città, che però avverte l’odore della rivincita. Tutto è politica, dunque, anche questo spettacolo orrendo, anche questo moralismo d’accatto che si diffonde a macchia d’olio ? No, questa è solo la spazzatura della politica. Forse De Mita con quella frase voleva intendere altro: la necessità di un protagonismo attivo, la consapevolezza che il nostro agire, a qualunque livello, può contribuire a farci uscire da questo pantano putrido. “Ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne insieme è la politica, sortirne da soli è l’avarizia”, diceva Don Milani. Il mio augurio pasquale è che questa concezione, alla fine della notte che ora incombe, possa alla fine prevalere.