La Madonna Lactans di Montevergine in Vaticano per le celebrazioni presiedute da Papa Francesco

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Ancora un riconoscimento di prestigio per il santuario di Montevergine. L’antica Icona della Madonna Lactans custodita nel Museo Abbaziale di Montevergine sarà esposta nella basilica vaticana di San Pietro per le celebrazioni del 31 dicembre e del 1° gennaio, presiedute da Papa Francesco
La Madonna Lactans di Montevergine sarebbe la prima effigie mariana venerata da san Guglielmo da Vercelli, fondatore dell’Abbazia virginiana, di cui sono in corso le celebrazioni del IX centenario. Raffigura la Madre di Dio nell’iconografia ricorrente tardo bizantina della Galaktotrophousa, Colei-che-nutre-con-il-latte, nell’atto di porgere il suo seno scoperto al Bambino per il suo nutrimento. E’ rivestita di un abbigliamento imperiale e con la testa cinta dalla corona. Ai piedi della Vergine è raffigurato un monaco vestito di bianco: in lui si riconosce la lunga storia della comunità monastica benedettina. Il giubileo verginiano si concluderà a Pentecoste 2024.

“Per tutta la Comunità monastica di Montevergine – spiega Padre Riccardo Guariglia – è una gioia molto grande poter offrire alla venerazione del Santo Padre e di tutti i fedeli presenti nella Basilica Vaticana alle Celebrazioni della Santissima Madre di Dio una rappresentazione molto antica della Vergine col Bambino custodita presso il Museo abbaziale.

Gli studi eseguiti sul manufatto permettono di datare l’icona delle Madonna Lactans all’inizio del XII secolo e la tradizione narra di come essa fu l’oggetto della prima devozione da parte del nostro fondatore san Guglielmo da Vercelli e dai suoi primi seguaci: tutti noi monaci benedettini virginiani ci sentiamo idealmente rappresentati dall’antico nostro confratello raffigurato ai piedi della Madonna assisa in trono, a implorare da loro la luce di una grazia, il rafforzamento della fede e la consolazione della speranza nella sequela dei precetti divini del suo Figlio”.  Guariglia spiega come “Questa “Madonna del latte si presenta ai nostri occhi come immagine di struggente e popolana bellezza pur nella solennità della posa e nella ricchezza dell’ornamento, ed è capace di tradurre per noi, come lo è stato per tutti i nostri antenati, in un linguaggio immediato e universale l’impenetrabilità del dogma. È l’ immagine di un miracolo quotidiano e condiviso, quello della nascita e della crescita, pieno di emozione e di stupore, eppur non esente da rischi e pericoli, come lo furono la venuta al mondo e la prima infanzia del Signore. Possiamo pensare, guardandola, a quanti sguardi lungo i secoli di mamme, riconoscenti o supplichevoli, si saranno levati nei secoli verso di lei e quante mani tremanti avranno sollevato al suo cospetto pargoli in fasce, implorando su di essi la divina protezione”.