La porta della Chiesa del Carmine torna al suo antico splendore

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LAURO- Cinque mesi per ridare lustro alla “grande porta” della Chiesa del Carmine di Lauro, nella piazza principale del comune del Vallo. Vede nuovo splendore, dopo l’ultima risistemazione durante i lavori post terremoto, il portone di inizi ‘800, costruito con legno di castagno e recante pannelli rettangolari con bugne racchiusi da cornici modanate, che ha sostituito quello realizzato da Giacomo Bonoavita, scultore lauretano del’ 600, e andato bruciato nell’incendio appiccato alla chiesa dai francesi nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio del 1799. Nel corso di un incontro organizzato dal parroco, Don Luigi Vitale, alla presenza della responsabile per i Beni Culturali della Curia di Nola, dott.ssa Antonia Solpietro, e della popolazione sono state presentate tutte le fasi di restauro eseguite dalla ditta “CG Restauri” di Lauro il cui titolare, il restauratore dott. Carmine D’Anna, e il suo collaboratore, dott. Giuseppe Vitale, hanno, tra l’altro, esperienze di lavoro presso i laboratori di restauro dei Musei Vaticani e a Valletta, Malta. che , l’attività realizzata sull’opera è in legno di castagno a quadroni incorniciati con la ditta CG Restauri di in collaborazione con Giuseppe Vitale. Il lavoro, durato 5 mesi, ha previsto la sverniciatura del vecchio smalto di colore marrone, il reintegro plastico e materico con inserti in legno di castagno, stesurae della tinta impregnante e del protettivo finale. Il restauro è stato finanziato dalla popolazione grazie all’impegno del comitato festa 2018 Santi Rocco e Sebastiano. Una testimonianza dell’imponenza della porta restaurata grazie all’opera di D’Anna è quella offerta da un contributo del cultore di storia locale, Severino Santorelli, sulla pagina social “c’era una volta Lauro”. <Indiscutibilmente bella a leggere la descrizione dell’anonimo Amministratore del 1806, ma che in realtà è Bonavita come ho spiegato nella premessa.


Chi entrava in chiesa doveva prima di tutto varcare la “porta grande” del tempio. È Guadagni a descriverci la porta antica; sia essa che il pulpito erano “tutti di noce d’intaglio peregrino, così minuto e rilevato di statue e fogliame che ognuno che li vede resta stupefatto”. Manufatti di noce e di intaglio secondo l’uso straniero (questo era nel ‘600 il significato del termine “peregrino”) con motivi vegetali e statue. Per farci un’idea della bellezza di quella porta antica dovremmo osservare la Porta di San Bartolomeo a Moschiano. Chi realizzò la porta e il pulpito del Carmine? Guadagni tace il nome; certamente non va dimenticato il probabile apporto delle maestranze locali dato che Lauro era la patria del famoso Capoccia, lo scultore Giacomo Bonavita, capostipite di una fortunatissima dinastia di artisti del legno>.